Verso la Pasqua

domenica 24 Marzo, 2024

Domenica delle Palme, il monito dell’arcivescovo Tisi: «Stiamo precipitando in una spirale di violenza»

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La denuncia di don Lauro Tisi nella sua omelia: «Si dà valore all'odio e si giustificano le autocrazie. Siamo a un bivio: credere nell'amore oppure spalancare le porte al non-senso»

Si celebra oggi la Domenica delle Palme, inizio della Settimana Santa. Al ricordo dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme fa da contraltare la sua passione e morte in croce. Questa mattina l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi ha benedetto i rami d’ulivo nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Trento e ha guidato la processione verso la cattedrale di San Vigilio per la liturgia eucaristica.
«Al grido angosciato di uomini e donne abitati dalla paura e dalla tristezza, quali siamo tutti noi in quest’ora drammatica, risulta piuttosto impegnativo – ha detto don Lauro nell’omelia – immaginare di trovare risposta da un uomo gettato a terra». «Come è possibile – ha aggiunto – ritrovare in un uomo appeso alla croce i tratti di Dio?». Per ottenere la risposta è necessario «leggere la croce alla luce di Gesù che va incontro alla morte, come ci attestano i Vangeli, non per caso o per un destino ineluttabile. Gesù ha scelto di andare verso la morte nella libertà e per amore».
Una prospettiva, quella di una «vita abitata dal dono» che secondo l’arcivescovo sembra indurre diffidenza, complice la «fretta che scandisce il passo delle nostre giornate, il bisogno spasmodico di trovare immediatamente una spiegazione a tutto, la tentazione di affrontare la vita quasi fosse una porta girevole che dà accesso a scelte sempre reversibili». Don Lauro ha denunciato con forza «la spirale di violenza e di morte in cui sta precipitando l’umanità» con il «preoccupante tentativo di dare una connotazione valoriale alla violenza e all’odio, come pure la giustificazione delle autocrazie con la conseguente messa in discussione del sistema democratico». «Solo nella misura in cui sapremo attivare processi di perdono, di gratuità, di relazioni disarmate – ha ribadito – potremmo salvarci dalla dinamica distruttiva in cui stiamo precipitando, con il rischio concreto di arrivare a un punto di non ritorno e alla dissoluzione dell’umanità». Per don Lauro «siamo ad un bivio: credere all’Amore e far fiorire la vita, oppure – conclude – rinunciare ad amare e spalancare le porte all’abisso del non-senso. A qualificare l’esistenza umana – ha concluso – non è semplicemente il fatto di vivere, ma il sapere per chi e per cosa si vive. L’esistenza umana, senza questa consapevolezza, non ha futuro».