L'arresto

mercoledì 27 Marzo, 2024

Arrestato a Mezzocorona il latitante dei boschi. A dicembre aveva picchiato e rapinato una turista

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È un trentenne con una lunga fedina penale, legato alla banda del bancomat. Si indaga anche per tentato omicidio

Per oltre tre mesi si è nascosto in boschi e località remote, confidando in aiuti dall’esterno per sfuggire alla polizia. Aree che lui, che ha vissuto a lungo tra la Rotaliana e le Giudicarie, conosce bene. È stato preso nelle vicinanze di Mezzocorona, con l’accusa di rapina, ma rischia anche quella di tentato omicidio, per aver provato a investire, con un’auto, una delle sue vittime. Così è tornato in carcere un trentatreenne con una lunga lista di precedenti penali, prevalentemente per reato contro il patrimonio. Furti in casa ma anche colpi con esplosivo al bancomat: secondo la Questura sarebbe uno degli appartenenti alla banda che ha colpito l’anno scorso in diverse occasioni, dalla Vallagarina fino ai sobborghi cittadini (Cadine e Cognola). La storia che l’ha fatto finire in manette, però, è tutta diversa. Poco prima di Natale, il 23 dicembre, infatti, se l’è presa con un turista, italiano, che stava rientrando dalla Germania che si era accampato vicino alla stazione ferroviaria di Villazzano. La vittima si era allontanata dal mezzo: al rientro ha trovato due donne che si aggiravano attorno al mezzo, una di loro stava uscendo dalla porta posteriore del camper. Ha pensato, correttamente, a un furto: è riuscito a bloccare una delle due, trattenendola per il cappuccio. È stato a quel punto che sono arrivati i «rinforzi»: due uomini, uno dei quali si è messo a prenderlo a pugni, l’altro a calci. A quel punto, per evitare il peggio, il turista ha raccolto l’invito della moglie (presente alla scena) di salire sul camper e andarsene. Proprio mentre usciva dal parcheggio è stato colpito da una Bmw spuntata dal nulla, usata come «ariete» contro il mezzo. La reazione dell’uomo è stata quella di scendere per dare un’occhiata ai danni. Sperava fosse tutto finito, invece… ecco che la stessa auto, dopo una rapida manovra in retromarcia, prende nuovamente la rincorsa con un altro obiettivo: il povero turista. Solo grazie ai suoi pronti riflessi il turista è riuscito a salvarsi, riportando comunque ferite con una prognosi di quattro giorni. È stato in quel frangente che sono arrivate le volanti della questura: l’auto si era nel frattempo dileguata e non rimaneva altro che fare denuncia dell’accaduto. Una persona del gruppo, che è stato collegato al campo nomadi di Ravina, però, è stata rintracciata: si tratta di una donna di 38 anni, di origine padovana, anche lei pluripregiudicata per reati contro il patrimonio.
Restavano, però, da trovare gli aggressori: quelli che avevano colpito il turista prima a calci e a pugni, Uno di loro però si è tradito. Era il 33enne, originario della provincia di Brescia ma da anni presente in Trentino, che risultava, peraltro, agli arresti domiciliari con l’obbligo di braccialetto elettronico. Braccialetto che è stato rimosso subito dopo i fatti: da quel momento in poi, l’uomo si è dato alla macchia.
Sono iniziate così le indagini per la cattura: per lui l’ipotesi di reato che ha previsto l’arresto e la custodia cautelare in carcere è la rapina, in quanto è stato riconosciuto come l’autore della prima aggressione. Non è però escluso il tentato omicidio, reato configurato dal successivo tentativo di investimento.
C’è però da dimostrare che il trentenne fosse effettivamente alla guida della Bmw, peraltro mai trovata. Il primo reato, tuttavia, è stato sufficiente per aprire le porte del carcere di Spini all’indagato, alla luce, anche del precedente tentativo di fuga. È iniziato così il lungo inverno di latitanza. Inverno durante il quale il 33enne è riuscito a far perdere le proprie tracce, accampandosi in zone boschive e cambiando frequentemente posizione. Una fuga che è finita oggi, quando è stato accerchiato non lontano dal centro di Mezzocorona, dopo essere stato individuato dagli agenti della squadra mobile.