L'editoriale
martedì 29 Novembre, 2022
di Fabio Gobbato
L’aver rinviato di mese in mese l’annuncio sulla propria ri-candidatura alle Provinciali 2023 per avere «garanzie» ha trasformato il presidente altoatesino Arno Kompatscher in una sorta di toro nell’arena di Plaza Magnago. Durante la pseudo tregua estiva la strategia attendista era sembrata funzionare ma, con il trascorrere delle settimane, picadores e banderilleros si sono dati parecchio da fare e il Landeshauptmann, colpito ripetutamente, ora quasi fatica a reggersi in piedi. Per evitare il fatale colpo di spada Kompatscher ha trovato la temporanea via d’uscita da una porta laterale e ha comunicato a Philipp Achammer che «a queste condizioni» (lo stillicidio di attacchi) non ci sta. L’Obmann della Svp è stato così costretto a rinviare di due settimane la «clausura» del 3 dicembre nella quale in teoria il presidente avrebbe dovuto annunciare l’intenzione di ripresentarsi. La tensione nella Stella alpina è altissima e per ora a festeggiare sono i registi dell’operazione di defenestramento, i fratelli Michl e Toni Ebner, e la squadra operativa composta dal senatore Meinhard Durnwalder, l’ex assessore Thomas Widmann, l’eurodeputato Herbert Dorfmann e i tre contadini-consiglieri provinciali Noggler, Locher e Vallazza.Aquesti avversari storici, che hanno fatto di tutto anche per indebolire l’assessore all’agricoltura Arnold Schuler, fedelissimo di Kompatscher, nell’ultimo anno si sono aggiunti l’assessora Waltraud Deeg e i consiglieri dell’ala sociale Helmut Renzler e Magdalene Amhof. Va detto che gli esponenti del Bauernbund (la lega dei contadini), e degli Arbeitnehmer (l’ala sociale), sarebbero storicamente avversari tra loro ma in questa fase, Kompatscher, in particolare tentando alcune modifiche alle politiche fiscali, è riuscito a pestare i piedi ad entrambi.
Per capire come si sia arrivati a questa situazione occorre fare qualche passo indietro. In primavera, per ridurre la magnitudo del terremoto «intercettazioni Sad» (dialoghi che hanno svelato le manovre dell’ex presidente Luis Durnwalder per fare in modo che la delega ai trasporti andasse al delfino Thomas Widmann per far ottenere il mega appalto del trasporto pubblico alla società di trasporto privata di cui lui era consulente) che vedeva coinvolti quasi tutti i Navy seals, in vista dell’annunciata pubblicazione del libro «Freunde im Edelweiss» (che contiene tutte le intercettazioni) fu costruito il contro-scandalo delle donazioni al partito. L’obiettivo era colpire Kompatscher per la sua vicinanza ad Heinz Peter Hager, ma la spartizione dei fondi coinvolgeva praticamente tutti i vertici tranne l’Obmann. Per cui l’aria che tirava allora era da «muoia Sansone con tutti i filistei», confidando poi nelle capacità rigenerative che può dare il controllo pressoché totale del potere mediatico. L’Obmann Achammer all’epoca era schierato dalla parte dei «congiurati» e la Stella alpina sembrava sul punto di implodere, ma all’ultimo secondo la truppa dei sindaci Svp, proclamatasi a sorpresa equidistante, impose di fatto la pace.
A quel punto Kompatscher avrebbe potuto dichiararsi disponibile alla ricandidatura, ma il presidente ha deciso di prendere tempo e studiare una serie di condizioni – compresi diritti di veto – che potessero consentirgli di avere dalla propria parte, se non la maggioranza degli eletti, quanto meno un terzo. Condizioni inaccettabili, per gli avversari, che per i primi 9 anni, hanno potuto condizionare dall’esterno e dall’interno la gran parte delle decisioni importanti del governo provinciale.
Anche se tutti i sondaggi degli ultimi mesi hanno confermato il gradimento personale di cui gode Kompatscher, è tornata quindi la logica del «muoia Sansone» e del «tanto peggio, tanto meglio». Gli avversari interni hanno iniziato già a ragionare in vista di un possibile drastico calo del numero di consiglieri Svp che obbligherebbe ad aprire le porte della Giunta ad almeno una forza politica «tedesca», ma in realtà la Stella alpina nei decenni ha dimostrato di avere molteplici vite per cui magari non sarà neppure necessario. Nelle ultime settimane gli avversari si sono giocati tutte le carte facendo anche nascere nuovi improbabili assi politici con le opposizioni. E sono piovute Schlappen, sberle, come ama definirle, con una certa soddisfazione, il Dolomiten. I molti detrattori interni di Kompatscher, opportunamente sostenuti a tutti i livelli, hanno continuato a fornire spunti e appigli alle opposizioni per tenere sotto scacco il Landeshauptmann. Così, ad esempio, su richiesta di Fratelli d’Italia, Freiheitlichen, Perspektiven Für Südtirol, Süd-Tiroler Freiheit, Team K ed Enzian, in estate è stata insediata una commissione d’inchiesta per verificare, per ciascun sottoscrittore dell’appello elettorale a favore del presidente «Noi per Arno Kompatscher» apparso sulla stampa locale prima delle elezioni del 2018, «se fossero stati successivamente assegnati incarichi, contratti o forme di collaborazione retribuita a carico della Provincia o di enti collegati». Va da sé che tra i molti sottoscrittori vi siano soggetti che poi hanno avuto contributi dalla Provincia, sarebbe strano il contrario. Intanto, prima degli «approfondimenti» una manina la settimana scorsa ha fatto avere alla destra pantirolese di Sven Knoll una lista con tutte le donazioni al partito, anche quelle sotto la soglia dei 5.000 euro. Ma questa vicenda per Kompatscher è in realtà solo un semplice fattore di nervosismo in più.
Il problema è squisitamente politico e di numeri. Il fronte anti-Kompatscher sta trovando un prezioso alleato nel Team K di Paul Koellensperger. Dato per morto un anno fa, il partito fondato dall’ex pentastellato ha trovato nuovo vigore già per le indubbie abilità dei propri consiglieri eletti. Ma, indipendentemente dalla volontà del suo leader, Athesia sembra verosimilmente averlo individuato come il male minore in caso di necessità di voti per la futura maggioranza nel 2023 (i Verdi nelle preferenze sono ormai stati abbondantemente superati anche da Fratelli d’Italia). Un paio di settimane fa il Team K ha quindi fatto da testa di ponte per il clamoroso putsch in Consiglio provinciale che ha portato alla proposta di smembramento di Idm (la Trentino Marketing altoatesina, da sempre nel mirino delle opposizioni) che, se applicata, riconsegnerà metà delle redini alla Camera di commercio di Bolzano, presieduta, non a caso, da Michl Ebner.
Con le dovute distinzioni, il clima è simile a quello delle settimane prima della caduta di Draghi. L’opposizione fa l’opposizione, ma i partiti e le varie fazioni della Stella alpina (Svp) trovano alleanze singolarmente su temi diversi e quindi i fronti aperti che possono mettere a prova la tenuta della maggioranza sono molteplici e con attori ogni volta diversi.
Kompatscher si è sfilato proprio ora perché questa settimana arriva in consiglio provinciale la legge sull’edilizia che potrebbe vedere alleanze trasversali tra l’ala sociale Svp e le opposizioni. La settimana successiva sarà la volta delle leggi di bilancio. Molto probabile che un ordine del giorno del Team K che prevede la riformulazione delle aliquote fiscali metta di nuovo in minoranza Kompatscher.
In caso di nuove «sberle» è praticamente certo che Kompatscher confermerà la decisione di non ricandidarsi. Se la maggioranza dovesse ritrovare una insperata compattezza, forse potrebbe ripensarci. Ma il vero problema, forse, è che qualunque cosa accada, Kompatscher è consapevole che dovrà governare altri 5 anni «controvento». Non una prospettiva così incoraggiante.
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