Zambana

sabato 30 Marzo, 2024

Asparagi a Pasqua? No grazie, i prezzi sono alle stelle. Toccati i 12 euro al chilo

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Il prodotto scarseggia a causa del maltempo. Nei ristoranti, a tavola, non si spende meno di 18 euro per un piatto

Per il tradizionale piatto di asparagi di Zambana che a Pasqua regna sulle tavole delle famiglie rotaliane, quest’anno saranno in molti a dovervi rinunciare per la scarsità del pregiato ortaggio e per il suo prezzo che, nei ristoranti, ha raggiunto quello di una paillard di vitello. Colpa del maltempo che ha già causato la perdita di un quarto della produzione dell’asparago bianco di Zambana e colpa di quanti, nei negozi, spacciano gli asparagi che arrivano del Veneto come prodotto raccolto nelle spargine di Zambana. E colpa, se vogliamo, anche degli stessi asparagocoltori ai quali l’idea di riunirsi sotto lo stesso marchio non va del tutto a fagiuolo. I marchi restano sempre due: De.Co. (l’asparago certificato dalla denominazione comunale) e As.t.a. la cooperativa degli asparagocoltori trentini. In più, i tanti coltivatori privati che preferiscono non associarsi all’uno o all’altro marchio, vendendo privatamente e quindi ad un prezzo inferiore rispetto ai due marchi riconosciuti. Ecco, allora, che tutta la campagna promozionale sull’asparago bianco di Zambana, sostenuta anche dal movimento Slow Food, e gli investimenti per valorizzare questo pregiato ortaggio vanno a farsi benedire. Ma i consumatori devono sapere che gli asparagi bianchi di Zambana, per i quali con l’amministrazione si sta lavorando per istituire una certificazione Igp (Indicazione geografica protetta), sono venduti, sia da As.t.a., sia da De.Co., in confezioni con tanto di marchio garantito e non sfusi, come spesso si trovano nei negozi.
Nei campi lungo l’Adige dove si coltiva l’asparago di Zambana si producono, mediamente, 80 quintali per ettaro. La superficie complessiva è di venti ettari e, nelle buone stagioni, il raccolto può raggiungere anche 1.700 quintali. Ebbene, per via di un mese di febbraio siccitoso e piuttosto caldo, al quale ha fatto seguito un marzo pazzerello con tanta pioggia e temperature sotto la media stagionale, è andato perso quasi il 30% della produzione. «Ci voleva un po’ di sole per portare gli asparagi su tutte le tavole del pranzo di Pasqua – spiega Willy Moser, presidente del consorzio De.Co. – e, fortunatamente, i coltivatori che avevano protetto con i teloni le loro spargine già nel mese di gennaio sono riusciti a salvare i loro asparagi».
Da pochi giorni è aperto il punto vendita di Zambana, ma i pochi asparagi vanno a ruba poiché il prezzo sia rimasto invariato rispetto un anno fa: «Malgrado la forte domanda che non riusciamo assolutamente a soddisfare – precisa Moser – abbiamo mantenuto i prezzi dell’anno scorso. La prima scelta la vendiamo a 12 euro al chilo, mentre gli asparagi di seconda costano due euro in meno. Al cliente garantiamo la freschezza dell’asparago che viene raccolto la mattina e messo subito in vendita». Anche As.t.a. ha mantenuto i prezzi dello scorso anno: 12,50 euro al chilo è il costo più alto per la categoria Extra. «Dopo l’inverno, la crescita dell’asparago all’inizio è più lenta – spiega Daniele Faccenda, presidente di As.t.a. e le nostre sonde, in questi giorni, registrano una temperatura del terreno di nove gradi». Troppo pochi perché, a fine marzo, per una crescita ottimale la temperatura dovrebbe essere tra gli undici e dodici gradi.
La domanda viene spontanea: perché, nei ristoranti, il prezzo è aumentato dall’anno scorso? I ristoratori rispondono che se il cliente non vuole scendere al di sotto dei 18 euro per un piatto di asparagi di Zambana, guarnito con affettati, salsa bolzanina e misticanza, deve accontentarsi di un risotto cucinato con asparagi di altre regioni o, addirittura, provenienti da altri Stati, soprattutto Spagna e Portogallo. La differenza, però, si sente, eccome. L’asparago di Zambana è tra le eccellenze dei prodotti tipici trentini e il loro prezzo al ristorante è aumentato anche per via della scarsità del prodotto. E aggiungono che nei ristoranti, a seguito degli aumenti dei costi energetici, tutti i piatti sono saliti di prezzo e non solo gli asparagi. Tra l’altro va tenuto conto che quest’anno Pasqua cade a fine marzo e il periodo ottimale per gustare l’asparago di Zambana in tutta la sua fragranza è dopo la prima decade di aprile. Infatti, la grande Festa dell’asparago, che coinvolge ogni anno tutte le associazioni di Terre d’Adige e richiama oltre 25mila persone, si tiene sempre tra il 25 aprile e il primo maggio. La kermesse dell’asparago sarà anticipata, il 21 aprile, dal convegno sull’asparago e la biodiversità che, oltre a numerosi agronomi ed esperti, quest’anno sarà onorato dalla presenza dello chef trentino Paolo Betti, per conto della Fondazione di Slow Food.