la polemica
giovedì 4 Aprile, 2024
di Redazione
È passato un anno dalla morte di Andrea Papi, ma secondo quanto riportato dalla Lav sul comunicato stampa odierno «sembra che nei palazzi della politica trentina non se ne sia ancora accorto nessuno».
L’associazione animalista punta il dito contro la Provincia, inetta, che non ha provveduto a mettere in atto soluzioni per tenere gli orsi distanti dalle aree urbanizzate: «La sostituzione dei cassonetti procede a rilento e comunque con un ritardo di almeno venti anni rispetto al progetto Life Ursus, – si legge – mentre i siti di foraggiamento degli ungulati, riconosciuti dallo stesso Pacobace come fonti di attrazione alimentare per gli orsi, continuano ad essere tutti al loro posto nonostante la diffida inviata dalla LAV alla PAT lo scorso anno».
Non va meglio dal punto di vista dell’informazione dei cittadini, con il Piano di comunicazione redatto nel 2016 dal Parco Naturale Adamello Brenta con il MUSE, in collaborazione con il Settore Grandi Carnivori della Provincia, che continua a giacere, inutilizzato, in qualche cassetto della Giunta Fugatti.
Per colmare la colpevole inerzia della Provincia di Trento proprio sul tema della comunicazione e dell’informazione dei cittadini, dal 2021 la LAV si dice pronta ed impegnata con i suoi volontari nelle vesti di “Bear Ambassador” sul territorio del Parco Adamello Brenta in un progetto sviluppato con lo stesso Parco, al fine di diffondere le corrette informazioni per prevenire possibili incontri e incidenti con gli orsi, svolgendo quindi una fondamentale attività che andava a incrementare la sicurezza dei cittadini favorendo la convivenza con i plantigradi. «Ma da quest’anno – si legge- anche questa preziosa attività è stata cancellata per volontà dello stesso Parco che, è opportuno ricordarlo, è ente funzionale della stessa Provincia di Trento».
Nell’anno trascorso dalla tragedia che ha colpito la famiglia Papi non è quindi cambiato nulla, anzi, secondo Lav la situazione è peggiorata. «Se da un lato – prosegue la nota – Fugatti continua a produrre roboanti e minacciosi proclami contro gli orsi, dall’altro prosegue la sua fase letargica: dorme sulle attività di prevenzione, sulle attività di informazione, sulla convivenza, mettendo a rischio la sicurezza dei suoi concittadini».
Lav torna anche sulla soluzione del trasferimento in Romania dell’orsa Jj4 al momento «incarcerata nel recinto del Casteller». E sulla decisione di uccidere otto orsi l’anno, come stabilito dalla Legge provinciale approvata a marzo scorso, Lav ritiene si tratti «di odio irrazionale nei confronti degli orsi, con cui si prendono decisioni sulla pelle di animali che hanno l’unico torto di adattarsi ai comportamenti irresponsabili di noi umani per trarne il maggiore profitto possibile».