Sicurezza
martedì 9 Aprile, 2024
di Donatello Baldo
La chiave per valutare i fatti della Portela, l’ennesima lite tra spacciatori, è duplice: di ordine pubblico e di politiche sociali. «Arriverà l’Esercito — dice infatti il sindaco Franco Ianeselli — ho chiesto mio di aderire al progetto “Strade sicure”. Ma ricordiamoci tutti, noi in primis ma anche la Provincia, che se c’è chi spaccia è perché c’è chi compera le sostanze stupefacenti. E sono tanti gli studenti». E le soluzioni quali possono essere? Il presidio delle forze dell’ordine, ma anche in questo caso: «Non solo». Perché il sindaco guarda anche ad altro: «Faremo in zona Portela tante iniziative culturali e ricreative, e anche il privato farà la sua parte, con l’apertura di due nuovi esercizi», uno è una pizzeria gourmet.
Problema dipendenze
L’analisi di Ianeselli è sociologica: «Le risse aumentano in questo periodo, non a caso. Si va a chiudere l’anno scolastico, calano gli acquirenti che evidentemente sono studenti. Gli spacciatori si confrontano e litigano anche con violenza per dividersi il mercato che rimane, per spartirsi il territorio». Da qui la richiesta di guardare al fenomeno anche dal punto di vista sociale: «Diciamo chiaramente che se in città ci sono gli spacciatori che vendono è perché c’è chi acquista sostanze stupefacenti. Invito dunque tutte le istituzioni, noi per primi, a occuparsi di questo fenomeno, rendendosi conto che il problema non è solo legato all’offerta di droga ma anche alla domanda». Intervenire su questo, dice il sindaco, ha due obiettivi: «Dare risposte al problema delle dipendenze di queste persone, sopratutto giovani, ma rispondere anche a una questione di sicurezza nella nostra città». Meno domanda, meno offerta, meno risse.
«Arriva l’Esercito»
Il tema della sicurezza è però reale, anche se i numeri dei reati — poi lo dirà lo stesso sindaco — non è affatto in aumento: «C’è un problema alla Portela, nella zona di accesso alla città. Nelle scorse settimane ho chiesto io l’attivazione del progetto Strade sicure». Militari dell’esercito in ausilio alle Forze dell’ordine: «Ho chiesto che presidino la stazione dei treni», perché l’«ingaggio» è riservato al presidio di luoghi sensibili, come appunto le stazioni. «Non verrà l’esercito a militarizzare la città — rassicura Ianeselli — non ci saranno pattuglie in ogni via». E lo sottolinea per rispondere anche alla critiche di sinistra, di quelli che vorrebbero che il tema non fosse gestito solo a livello di ordine pubblico. Un assunto che anche il sindaco fa suo: «Serve un mix, l’ordine pubblico, di cui ringrazio la Questure, non può essere l’unica risposta».
«Presidio anche sociale»
Oltre al presidio «armato», il presidio sociale, fatto di partecipazione, di ripopolamento della zona, con iniziative del pubblico e del provato: «Alla Portela ci saranno più pattuglie, ma ci saranno anche nuove iniziative. Come amministrazione abbiamo deciso di fare concertini da maggio a ottobre, ma apriranno anche due attività commerciali che rivitalizzeranno la zona. Una pizzeria gourmet e un supermercato dove c’era l’Unicredit, chiusa ormai da anni. Questa è una notizia importante, c’è chi ci crede, chi investe in quella zona».
«Migranti, leggi sbagliate»
Il sindaco risponde anche sulla necessità di un centro per i rimpatri in provincia o in regione. «Io sono d’accordo a un approccio per cui chi non si comporta bene deve essere rimpatriato. Ma il problema è che oggi un migrante che vuole venire a lavorare in Italia ha ben pochi canali. Vorrei un Paese dove una persona viene qui, cerca lavoro, cerca di integrarsi. Il sistema è invece molto disordinato, e questo arreca danni alle città sul tema sicurezza e a quelle stesse persone che vorrebbero lavorare ma no possono».
«Sicurezza, non si speculi»
Ianeselli non nasconde la criticità della Portela, ma ricorda come i reati siano in calo. «Sarebbe bello poter discutere di sicurezza con equilibrio, senza farla diventare oggetto di speculazione politica. Ma so bene che il mio auspicio cadrà nel vuoto». Il sindaco si appella però a chi — specie a destra — della sicurezza ne fa una bandiera: «Si deve però raccontare le cose come stanno. A me non va bene che si dicano esagerazioni come quella che passando per la Portale di rischia la vita. A me non va bene che si dica così, anche per rispetto di quegli esercenti che ci credono, che ci mettono del loro. dicendo cose simili la gente sta a casa, mentre devono tornare a frequentare anche quelle strade».