Il museo
domenica 14 Aprile, 2024
di Leonardo Omezzolli
Ha aperto il momento inaugurale da sindaca reggente della città della Quercia, Giulia Robol e, per l’intera durata del suo intervento è riuscita a non pronunciare mai la parola «fascismo». Che sia stato voluto o meno, il suo è stato un elemento cardine della presentazione andando a palesare perfettamente le difficoltà insite nella tematica. Il ventennio è tema delicato, scivoloso.
Robol ha quindi elogiato l’importanza della mostra partendo proprio da quel lavoro che nel percorso trova fondamento: la riscoperta della figura dell’amante di Mussolini, Margherita Sarfatti. La mostra, così come lo spettacolo che tra la presentazione dell’inaugurazione e l’aperitivo antifascista è andato in scena, parlano anche in modo forte e necessario di una donna che non solo è stata legata al leader fascista, ma allo stesso tempo ne ha plasmato la cultura, dell’uomo, del suo tempo divenendo a tutti gli effetti la prima donna critica dell’arte. «Credo che sia significativo e importante il lavoro che è stato fatto attorno a questa mostra nella riscoperta di una figura come quella di Sarfatti che ha rappresentato per l’epoca una donna moderna – ha analizzato Robol – La sua è una figura che si muove tra l’espressione artistica e l’impegno civico, la sappiamo legata al mondo socialista. Non può che essere importante ricordarla, analizzarla e riscoprirla e in questo credo che ci sia un grande pregio. Non dobbiamo dimenticare che a Rovereto – continua la sindaca reggente – abbiamo quello che è il primo e unico museo al mondo futurista imperniato sulla figura di Fortunato Depero. Quei canoni, quindi – analizza – sono stati importanti anche per la nostra città e li ritroviamo nel nostro tessuto culturale e cittadino». Se Sgarbi lamenta di non aver ricevuto sufficienti polemiche per la mostra «Arte e Fascismo» è forse dovuto proprio al mutamento dei tempi e ad una condizione costituzionale. «Siamo tutti antifascisti – ha precisato Robol – lo dice la nostra Costituzione. Capire cos’è stata l’arte e approfondire la conoscenza artistica di quel preciso periodo è importante e questa conoscenza non porta con sé necessariamente la negazione di ciò che è stato il fascismo. Siamo invece portati a capire cosa la formazione artistica abbia prodotto dal contesto storico». Una mostra quindi che, almeno per il momento sembra unire trasversalmente i mondi politici e dell’opinione pubblica e che non ha crato quelal frattura auspicata e non concretizzatasi dal presidente del Mart Vittorio Sgarbi. «La sua esposizione – ha aggiunto Lucia Maestri, presente all’inaugurazione, ma non al tour della mostra – è stata più pacata del solito e non ha sollevato questioni politiche come invece è solito fare». Una battuta politica, però, pur sempre involontaria Sgarbi l’ha lanciata al candidato sindaco concorrente di Robol, Gianpiero Lui, candidato con la coalizione Progetto PEr Rovereto. Un inciampo di parole che ha portato Sgarbi ha sostantivare Lui e quindi a riferirsi al candidato sindaco, chiosando l’intervendo con «lui (il personaggio soggetto del discorso) costretto ad andarsene. Vedremo come andrà invece qui a Rovereto».
La platea ha applaudito Sgarbi per l’intervento e si è quindi goduta lo spettacolo teatrale dedicato alla figura di Margherita Sarfatti, prima di degustare l’aperitivo antifascista e quindi visitare le stanze di «Arte e Fascismo».