il caso
venerdì 19 Aprile, 2024
di Redazione
Si chiudono senza un colpevole le indagini sull’uccisione di Massimiliano Lucietti. Si infittisce sempre di più il mistero sulla morte del giovane di 24 anni, colpito da un colpo d’arma da fuoco alla testa, durante una battuta di caccia nei boschi di Celledizzo. Il Pubblico Ministero Davide Ognibene ieri ha firmato la richieste di archiviazione, le indagini per trovare il colpevole dell’omicidio di Lucietti, ucciso il 31 ottobre 2022, non hanno raccolto abbastanza elementi per andare avanti. Il corpo del giovane era stato trovato senza vita da Maurizio Gionta, guardia forestale di 59, morto suicida ventiquattro ore dopo il ritrovamento del cadavere. Gionta aveva fatto trovare, poco prima della sua tragica scomparsa un biglietto in cui chiedeva di non essere incolpato ingiustamente per la morte di Massimiliano Lucietti. Le indagini condotte dall’Arma dei Carabinieri avevano fatto emergere che il calibro del proiettile che aveva ucciso il ragazzo di ventiquattro anni era parzialmente compatibile con l’arma della guardia forestale, una carabina Whinchester calibro 270. Sull’uomo di 59 anni però la prova dello stub svolta sulle mani e sugli abiti è risultata negativa. Nel corso delle indagini sono state svolte ulteriori analisi dai Ris di Parma su quasi 30 fucili appartenenti a vari cacciatori della zona dove è stato trovato morto il ragazzo. Nessun riscontro nemmeno da queste analisi. Un mistero dunque, che sembra destinato a rimanere irrisolto. L’archiviazione decisa dal pubblico ministero Ognibene sembra mettere la parola fine su questa dolorosa vicenda, che non lascia pace ai familiari della vittima. La prossima settimana verrà depositata l’archiviazione. Intanto la notizia non sembra aver raccolto il favore dei genitori di Massimiliano Lucietti, decisi a sapere la verità sulla morte del figlio. Nei giorni scorsi, quando ormai l’archiviazione sembrava sempre più vicina, i familiari avevano fatto sapere, tramite il loro avvocato Giuliano Valer, che erano intenzionati ad «andare avanti», per ottenere giustizia e per sapere finalmente chi era il colpevole della morte del figlio, strappato alla vita troppo presto e in maniera violenta e tragica. «Vogliamo sapere il nome e cognome di chi ha tolto la vita al nostro amato Massimiliano, vogliamo la verità».