Verso il voto
sabato 20 Aprile, 2024
di Simone Casciano
Se un’assemblea elettiva non è mai un momento ordinario, quella della Sat, in programma per questa mattina a partire dalle 9 negli spazi della casa editrice Erickson a Trento Nord, rischia di essere drammaticamente straordinaria. Terminato il mandato di Anna Facchini alla guida della Società Alpinistica Tridentina infatti il movimento si presenta all’appuntamento elettorale presentando fratture, forse inedite nella storia dell’associazione.
Il nodo dell’ordine dei lavori
A sollevare il casus belli è stato l’ordine dei lavori dell’assemblea. Una scaletta che prevede prima la votazione per il rinnovo delle cariche e solo in seguito la discussione sui temi. Un ordine inusuale in generale e problematico secondo Luciano Ferrari, presidente della Sosat, e Matteo Motter, presidente della Sat Carè Alto, tanto che i due avevano scritto una lettera, indirizzata alla presidente, chiedendo una modifica dell’ordine e anteponendo la discussione alla votazione. Richiesta caduta nel vuoto, nella sua risposta la presidente Facchini aveva spiegato che «la competenza di fissare l’ordine del giorno non è del presidente, ma del consiglio centrale, che lo ha fatto dopo una discussione protratta su due riunioni». E ha precisato inoltre di aver votato contro l’anticipazione del voto per il rinnovo delle cariche insieme ad altre quattro persone, mentre in 9 hanno votato a favore e uno si è astenuto. Ferrari però, sulle pagine del «T», aveva annunciato la volontà di non arrendersi. ««Non ci rimane che presentarci sabato e chiedere al presidente dell’assemblea di modificare l’ordine dei lavori» aveva detto, minacciando, qualora la richiesta rimanesse inascoltata, di ritirare la sua candidatura.
I temi della discussione
Ma quali sono i temi che secondo Ferrari e Motter sarebbe importante discutere? Era stato lo stesso Ferrari a spiegare che «la Sat ha bisogno di un momento di confronto franco e onesto per rimanere unita e andare avanti». Secondo il presidente della Sosat, la Sat avrebbe «perso quello spirito con cui era stata fondata 150 anni fa. Rispetto a una volta le sezioni sono più critiche, credo che quello che ha scoperchiato la pentola del malumore sia stata la gestione dei rifugi». Una pentola che una volta scoperchiata avrebbe fatto sorgere anche altre questioni, come il supporto, o l’assenza di tale, da parte della Sat centrale nei confronti della base sociale.
I candidati e le correnti
Di tutto questo, prima o dopo il voto, sarà chiamata a discutere l’assemblea. Sono circa 120 i delegati, in rappresentanza degli oltre 27mila associati Sat, che saranno riuniti in assemblea. I canditati sono 31, voci interne dicono che nell’avvicinarsi al momento elettivo si siano consolidate tre correnti differenti. Una che segnerebbe la continuità con la gestione precedente, due che invece puntano su figure nuove.
I meccanismi di elezione
Non sarà l’assemblea a nominare il nuovo, o la nuova, presidente della Sat. Ai 120 delegati spetta il compito di eleggere i 19 nuovi consiglieri del consiglio centrale. Saranno poi loro a nominare il presidente che indicherà poi la sua giunta. Chiunque sarà chiamato a questa responsabilità, avrà il non facile compito di tracciare il corso della Sat in un tempo incerto: quello in cui la montagna vive contemporaneamente gli effetti catastrofici del cambiamento climatico e quelli problematici di un turismo alpino, sempre più di massa.
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