IL CASO
domenica 28 Aprile, 2024
di Daniele Benfanti
Domani saranno definitivamente allontanati da Pergine i 15 minori non accompagnati ospitati da inizio anno alla struttura ex San Patrignano nella frazione di San Vito. Una decisione che si è resa necessaria dopo i ripetuti comportamenti scorretti tenuti dalla maggioranza dei ragazzi, introdotti in un progetto di accoglienza che non ha dato, purtroppo, i risultati sperati. Comportamenti sopra le righe, atteggiamenti violenti e poco rispettosi delle regole, schiamazzi un po’ a tutte le ore, scarsa attenzione per il decoro dei luoghi: i residenti della frazione di San Vito erano costretti a una difficile convivenza con questi giovani in cerca di un futuro migliore. Ma il comportamento problematico di diversi di questi ragazzi si è prolungato non lasciando alternative a chi rappresenta le istituzioni.
Oss Emer in ascolto dei cittadini
Il sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer, nei giorni scorsi è salito anche due volte al giorno a San Vito per ascoltare le rimostranze dei residenti, esasperati per la situazione. Conseguente l’interessamento del questore di Trento, Maurizio Improta, e del commissario del governo Filippo Santarelli: «Li ho incontrati anche l’altro giorno al funerale dell’ex poliziotto di Pergine Stefano Lombardi, e insieme abbiamo convenuto che la situazione non poteva reggere oltre» spiega il primo cittadino di Pergine. Il sindaco racconta che l’esasperazione della popolazione locale era ormai a livelli insostenibili e che il ragazzo più problematico, spostato a Salerno nei giorni scorsi, si era ripresentato da solo a San Vito ricreando problemi. In qualche caso sono stati necessari trattamenti sanitari obbligatori, perché alcuni di questi minorenni hanno manifestato grossi problemi comportamentali. Ora per loro saranno trovate soluzioni alternative in altri luoghi, insieme alle autorità sanitarie. In queste e nelle prossime ore una pattuglia dei carabinieri staziona fissa nei pressi della struttura.
Una convivenza difficile
La situazione a San Vito era in ebollizione da mesi. Spiega ancora Oss Emer: «Nella struttura convivevano fragilità diverse e poco compatibili: i minori non accompagnati, quindici; poi al primo piano persone con problemi psichiatrici, profughi ucraini, altri rifugiati. Una commistione difficile da gestire. Gli operatori della cooperativa Kaleidoscopio hanno fatto il massimo, ma non avevano naturalmente nessun potere coercitivo o di limitazione della libertà dei minori non accompagnati» precisa il sindaco. Che aggiunge: «Nella struttura Appm di via Caduti a Pergine abbiamo altri 15 minori ma per fortuna nessun problema».