IL CASO
domenica 28 Aprile, 2024
di Margherita Montanari
Il Rifugio Fos-ce si trova all’interno della riserva naturalistica di Bes-Corna Piana, istituita nel 1972 per tutelare 150 ettari di patrimonio floreale del Monte Baldo. Un’area che nei periodi invernali resta isolata. Con neve e ghiaccio, tenere pulita la strada provinciale che da San Valentino porta al Monte Altissimo è difficile. E così la Provincia, ogni anno, sbarra l’accesso da novembre a maggio. «Normalmente il tratto viene riaperto il 15 aprile, se non c’è neve. È stato così a anche quest’anno. Tutto sembrava ripartito, ma le previsioni di nevicate hanno portato a fare dietrofront una settimana dopo», spiega Ingrid Gasperi, che insieme al fratello gestisce il rifugio. La neve, alla fine, non è arrivata sulla strada che porta al Monte Altissimo. La strada è già pulita, pronta ad accogliere anche i turisti che arrivano a bordo di auto, bus o due ruote. Ma la strada è ancora chiusa e potrebbe restare sbarrata fino al 10 maggio. Le attività economiche (oltre al Fos-ce ci sono anche il Rifugio Damiano Chiesa e il Graziani, il ristorante Bocca di Navene e i servizi di Bike shuttle) sono in attesa di informazioni più chiare, ma ogni giorno che passa ritarda i preparativi per la stagione estiva e si traduce in perdite per le aziende.
Gli operatori della zona non cercano polemiche. Chiedono chiarezza per programmare e organizzarsi. «La strada era già stata pulita e preparata. Ci si passava senza problemi», continua Gasperi. Ad oggi, però, non è ancora stata riaperta. Prima il sito del servizio strade della Provincia indicava che il via libera sarebbe arrivato il 26 aprile, poi l’apertura è slittata al 30. «Le ultime informazioni che arrivano dicono che la riapertura sarà il 10 maggio». Una beffa per le realtà della zona, che avendo riaperto avevano già ricevuto le prime prenotazioni.
Oltre al Fos-ce, lungo la statale chiusa ci sono il Rifugio Damiano Chiesa e il Graziani (che offre anche il servizio di pernottamento) e c’è il ristorante Bocca di Navene. «Cominciano ad arrivare le prime disdette. Motociclisti che avrebbero voluto fare un giro nei prossimi giorni non verranno», racconta la rifugista. In difficoltà, in attesa di informazioni più chiare, ci sono anche i Bike shuttle, i bus navetta che da Torbole caricano i ciclisti e li portano fino al rifugio Graziani, da cui poi partono le escursioni. «Ci chiamano per sapere com’è la situazione. Hanno già tour prenotati (soprattutto nei giorni del Bike Festival dal 2 al 5 maggio), ma a questo punto potrebbero dover annullare le partenze».
I rifugi, trovando la strada sbarrata, sono anche in difficoltà nei preparativi per la stagione estiva. «Dovevano arrivare già settimana scorsa i tecnici del gas e degli estintori. Hanno dovuto rimandare perché non possono arrivare alla baita. Dobbiamo fare legna, ma il forestale che dovrebbe salire e indicarci la pianta non può farlo a causa dell’accesso interdetto. E poi dobbiamo fare scorta di cibo. Noi siamo già aperti, e chi arriva a piedi può raggiungerci, ma potremo lavorare solo finché le scorte basteranno», conclude Gasperi.
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