le indagini
mercoledì 8 Maggio, 2024
di Davide Orsato
L’obiettivo: fare chiarezza fino in fondo, per un incidente sul lavoro che ha spezzato la vita di un giovane operaio di soli 26 anni. Si è svolta ieri, a tre giorni dalla morte, l’autopsia sul corpo di John Floriani, il perginese morto durante un complesso cantiere sul monte Calisio, dopo un volo di sessanti metri. Secondo le prime informazioni che trapelano dall’esame, la morte sarebbe stata la conseguenza dei politraumi e delle lesioni agli organi interni riportati a seguito della caduta. L’esito dell’esame autoptico nel dettaglio, svolto dal dottor Dario Raniero, del dipartimento di medicina legale di Verona, si saprà entro sessanta giorni. Nel frattempo sono state raggiunte da avvisi di garanzia otto persone: sette sono legate alla ditta per cui lavorava Floriani, la Unirock di Bolzano, specializzata in opere infrastrutturali su pareti rocciosi, tra cui la posa di barriere paramassi. Nell’elenco degli indagati figurano i tre legali rappresentanti oltre alle due figure preposte per la sicurezza in queste situazioni: il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione (noto con l’abbreviazione di se) e il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp). Oltre a loro, altre due persone collegate al cantiere.
L’ottavo indagato è il dirigente comunale che segue la pratica per contro di via Belenzani: l’amministrazione è la committente del cantiere che prevede la messa in sicurezza del versante del monte dopo la frana del 2022, per eliminare il rischio di cadute massi verso la zona di Maderno.
Completamente esclusi dall’indagine, invece, i medici del Santa Chiara che hanno preso in carico John Floriani dopo l’incidente, avvenuto il 24 aprile.
L’ipotesi di reato è quello di omicidio colposo: il fascicolo è passato dalle mani della pm Nadia La Femina a quelle della collega Maria Colpani, di turno il giorno dell’incidente. Ieri in procura gli avvocati degli indagati, per la nomina dei periti di parte: i medici Guido Cavagnoli e Mattia Barbareschi. L’indagine, a seguito di un incidente del genere è un atto dovuto. Ed è dovuto chiarire le posizioni, oltre che della ditta, anche del committente.
L’indagine della procura ha, inoltre, raccolto diverse testimonianze di persone presenti sul luogo dell’incidente. La caduta sarebbe avvenuta a fine lavori, mentre il ragazzo stava riponendo l’attrezzatura e dopo che si era tolto da poco le protezioni. Sarebbe a questo punto scivolato: la caduta è stata frenata dalla rete di protezione, d’acciaio, ma solo dopo un forte impatto.
Dopo l’autopsia è previsto il nulla osta per la restituzione del corpo del giovane operaio ai familiari. La data del funerale non è ancora nota.