il diario

lunedì 13 Maggio, 2024

Nasreen, le difficoltà linguistiche e la magia di capirsi con poco: «Vorrei rivedere i miei figli»

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Continua il racconto di Alessandra Campedelli, allenatrice trentina ad Islamabad tra incomprensioni, piccole soddisfazioni e nuove lezioni di vita

Nasreen…non sa l’inglese e, anche se ho provato più volte ad insegnarle ad usare il traduttore dall’urdu all’inglese, non c’è verso che lei provi ad utilizzarlo. Ci capiamo a stento, ma, mi dico: ‘vista la sua età, come posso pensare che possa imparare ad utilizzare questi strumenti tecnologici per lei poco usuali?’. Penso alla mia mamma, alla mamma del mio compagno e alle donne italiane che, non più giovanissime, faticano a prendere confidenza con la tecnologia.
Mi mette a disagio il suo essere fin troppo servizievole con me. E’ una donna ‘più anziana di me’ che stenderebbe il tappeto rosso ad ogni mio passo, ma a me, questo suo atteggiamento, crea imbarazzo…e non so come spiegarglielo senza che si possa offendere.
Vive nella camera di fronte alla mia.
E’ una dipendente della Federazione e ha il compito di ’aiutare me al di fuori della palestra’, di prenotare la sala per le mie riunioni tecniche con la squadra e di aiutare le ragazze qualora una di loro si senta poco bene (e succede regolarmente) o abbia particolari problemi.
Non è un’allenatrice, non c’entra nulla con ‘lo sport’: è evidente. Ma non è nemmeno una team manager: non ne avrebbe le competenze…nemmeno se provassi ad insegnarle ‘il mestiere’.
Lei è per tutti ‘Madam’. Nemmeno con il suo nome viene chiamata.
È una donna minuta, con un ventre prominente…ma non è ‘grassa’. ’Tira spesso su con il naso’ come se nella loro cultura fosse ‘normale’ soffiarsi il naso senza fazzoletto, anche per le donne.
Spesso, dalla sua bocca, escono emissioni brusche e rumorose di aria che risale dallo stomaco. Per me sono chiaramente fastidiose perché nella nostra cultura vengono considerati atti ‘poco educati’, ma dai quali, ho visto, qui non sono disturbati affatto. Come se facessero parte della normalità per chi si alimenta in modo tanto povero sia in qualità che in qualità.
Quando viene in palestra con noi per gli allenamenti indossa la tuta, ma si percepisce che non si sente a suo agio.
Quando non è con noi in palestra (a raccogliere i palloni) indossa sempre abiti tipici molto colorati e, qualche volta, si copre i capelli con un velo in tinta o abbinato con il vestito…e si mette un rossetto che mette in evidenza le sue labbra color carne e che ben si accosta alla sua carnagione scura.
Dimostra sicuramente più di sessant’anni. Quasi di più verso la settantina, direi.
Oggi ho avuto l’occasione di ‘parlare’ con lei, durante il tragitto che dalla mia camera porta alla palestra. Anzi, non proprio di ‘parlare’, ma di ‘comunicare a monosillabi’.
E’ un tragitto di una decina di minuti a piedi che però, di notte, è meglio non fare da soli visti i molti animali ‘predatori’ che girano normalmente qui e che di notte, spaventati, potrebbero non essere troppo carini con gli umani. Scimmie comprese.
Grazie alla luce del telefonino con cui illuminiamo il percorso, ho visto che i suoi occhi erano particolarmente tristi e che stava provando a trovare le parole per parlarmi.
Le ho chiesto come stesse e la sua voce ha cominciato a tremare. Era sul punto di piangere.
Nel suo ‘inglese incomprensibile’ e grazie al traduttore sono riuscita a capire che abita con la sua famiglia vicino a Lahore, a circa 4 ore di macchina da qui. Che non va a casa da 5 mesi.
Mi dice che le mancano i suoi ‘children’ e che vorrebbe tornare a casa perché è morto suo fratello.
‘Certo Nasreen, per me puoi tornare assolutamente a casa qualche giorno! Hai bisogno che ne parli io con la Federazione?’
A quel punto, sul suo viso era scesa qualche lacrime. ’Si, per favore, parlane tu alla Federazione’.
‘Stai tranquilla, domani andrai a casa per una settimana.’
Lei…palesemente incredula.
‘Ma dimmi, quanti nipoti hai? Quanti anni hanno?’…immaginando, vista l’ età che dimostrava, che avesse dei figli grandi e ormai autonomi e che i suoi ‘children’ fossero i suoi nipotini.
‘Ho due figli di 8 e 4 anni e mi mancano molto. Stanno con il padre adesso. Per me e per la mia famiglia questo lavoro, anche se distante da casa, è essenziale. E a me questo lavoro piace molto. E’ molto diverso dai lavori che potrei trovare se tornassi a casa. Essere lontana è molto difficile, ma vale la pena fare questi sacrifici per me e per i miei ‘children’’.
Cerco di capire meglio e, essendo entrata per la prima volta in confidenza con lei, mi sento di chiedere la sua età. Ha 43 anni. Ben 7 in meno di me!
Il mio pensiero è stato fino ad allora molto distante dalla realtà…
Non avevo capito. Ancora una volta ‘non avevo capito’ e mi ero fatta un’idea sbagliata.
Dopo avermi ringraziata almeno cento volte, il giorno seguente, Nasreen è tornata a casa dalla sua famiglia.
E’ passata dalla mia camera, ha bussato delicatamente alla mia porta come solitamente fa almeno 20 volte al giorno. Ma questa volta non mi sono sentita infastidita nel sentire il suo bussare alla mia porta…come invece spesso accadeva.
Ho aperto e mi hanno accolta due occhi felici, con un’espressione ‘viva’ che non avevo ancora visto prima.
Buon viaggio Nasreen, a presto! Goditi la tua settimana di vacanza!