Spini
giovedì 16 Maggio, 2024
di Benedetta Centin
Era rimasto a colloquio per un’ora con la moglie, ma quando è stato il momento di salutarla il detenuto ha tirato fuori una lametta e ha sfregiato la compagna, tentando anche di tagliarle la gola, arrivando a ferirla, per fortuna non in profondità. Questo quanto sarebbe accaduto martedì pomeriggio nella sala colloqui interna del carcere di Spini di Gardolo. Un episodio, questo, che ha fatto scattare subito l’intervento degli agenti della polizia penitenziaria presenti e l’arresto in flagranza. Tentato omicidio il reato ipotizzato dalla pm di turno Patrizia Foiera nei confronti del cittadino tunisino di quarant’anni detenuto, a quanto pare, per un analogo episodio nei confronti della stessa donna, che risalirebbe a due anni fa. Sarebbe quindi un recidivo.
Anche allora, a quanto trapela, l’immigrato avrebbe aggredito la moglie, sfregiandola, ferendola al volto. A carico dello stesso immigrato ci sarebbero inoltre precedenti per reati legati alla droga.
Aggressione premeditata?
Erano le 17.20 di martedì quando dal carcere di Spini di Gardolo è partita la richiesta di soccorso per la donna di 44 anni ferita dal marito armato di lametta. Quella che è autorizzato ad usare ma solo per sbarbarsi. Sarebbe riuscito a portarla con sé, fuori dalla cella, a nasconderla così bene da eludere i controlli effettuati di prassi dalla polizia penitenziaria prima di accedere nella sala colloqui. Fortunatamente le conseguenze per la signora, soccorsa dagli agenti prima e dagli operatori sanitari poi, le conseguenze non sono state gravi: è stata trasferita con l’ambulanza in codice verde al pronto soccorso del Santa Chiara per gli accertamenti e le cure del caso. A quanto ricostruito nel corso del colloquio, che dura di prassi un’ora, attorno a uno dei tavoli della sala preposta per gli incontri con i familiari, il detenuto aveva mantenuto un comportamento tranquillo. Così come, fino all’altro giorno, non avrebbe creato disordini o manifestato atteggiamenti aggressivi all’interno della struttura carceraria. Al momento non è dato sapere cosa abbia innescato l’aggressione. Pare che lo straniero di 44 anni abbia tirato fuori la lametta per usarla contro la compagna ai momenti dei saluti, quando si è alzato in piedi e ha avuto la donna a distanza ancora più ravvicinata. Con una mossa repentina, con la lametta, ha infierito sul suo viso, quindi all’altezza del collo. Gesti, questi, che sono stati notati dagli agenti di polizia penitenziaria che hanno provveduto a bloccare e perquisire l’uomo, che non ha opposto loro resistenza. Ora, indagini sono ancora in corso su quanto accaduto martedì. Dovrà essere appurato se il magrebino abbia effettivamente agito con premeditazione. Circostanza che potrebbe quindi essergli contestata dalla Procura. Assieme all’aggravante della recidiva e dei rapporti con la vittima. Da approfondire anche i motivi dell’aggressione.
L’interrogatorio di convalida
Quello che è certo è che questa mattina l’arrestato dovrà comparire davanti al giudice Marco Tamburrino per l’interrogatorio di convalida, assistito dall’avvocatessa Giorgia Trapin. Non è dato sapere se il quarantenne vorrà rispondere alle domande del magistrato, chiarire quindi la sua posizione, o se invece si trincererà dietro a un muro di silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
La contestazione che gli è stata formalizzata dalla Procura ora pesa come un macigno: tentato omicidio.