Basket
domenica 19 Maggio, 2024
di Stefano Frigo
Ancora basket, ancora Aquila – Milano questa sera alle 18. Nella maratona Playoff, ogni minuto è prezioso, ogni dettaglio cruciale. Il giorno di «riposo» tra gara-3 e gara-4 per la Dolomiti Energia alla «Il T quotidiano Arena» è scandito da una serie di piccoli momenti: trattamenti, massaggi, sala pesi. Tanto stretching, poi la seduta video della squadra al completo guidata dallo staff tecnico. Ci si sposta in campo per un po’ di tiro e per verificare gli aggiustamenti in attacco e in difesa da mettere in pratica domenica sera. I volti sono concentrati. La squadra dopo la sconfitta di gara-3 è ferita e pronta a reagire. Coach Paolo Galbiati ha vissuto con grande trasporto e partecipazione una gara-3 che per «clima palazzetto» ha ricordato i momenti più belli della storia del club: l’adrenalina nell’aria fin dal mattino, l’attesa che sale, il calore del pubblico, il ruggito della curva. «I tifosi sono stati la nostra anima oggi — ha detto l’allenatore bianconero nel post-partita —; ci hanno trasmesso grande energia e grande emozione, il palazzetto così è davvero uno spettacolo. Sono sicuro che anche per gara-4 saprà presentarsi nel suo vestito migliore. Ne abbiamo bisogno». La sua Dolomiti Energia in gara-3 per almeno 32′ se l’è giocata punto su punto prima del break decisivo degli ospiti arrivato nella seconda parte dell’ultimo quarto: «Le due triple consecutive di Voigtmann a quel punto — ha proseguito il coach — ci hanno un po’ tagliato le gambe. Però abbiamo giocato con grande spirito e voglia di rimanere fedeli alla nostra identità tecnica. Abbiamo messo in difficoltà Milano, lo ha dimostrato il loro nervosismo, ne è venuta fuori una partita spigolosa. Sono i playoff. Noi siamo più corti nelle rotazioni e meno esperti, ma la pressione c’è per tutti. Proveremo ad aggiustare qualcosa a livello tattico per gara-4 e ce la giocheremo a testa alta, con orgoglio e con il desiderio di realizzare un’altra impresa. Per tornare a Milano per gara-5 martedì». In panchina si è rivisto Saliou Niang, sempre costretto a «guardare da fuori» a causa dell’infortunio al piede di qualche settimana fa. Coach Paolo Galbiati ha voluto fargli vivere le emozioni playoff da membro «attivo» della squadra, e non da spettatore in tribuna: «Saliou ha tolto venerdì le stampelle. Un giusto premio per lui essere in panchina con la squadra, è stato un pezzo fondamentale della nostra stagione per il suo sorriso e la sua voglia di crescere giorno dopo giorno. Ci manca la sua freschezza». Davide Alviti ha giocato 3′ a causa dell’infortunio al piede rimediato a Milano: domani proverà a stringere i denti ed essere della partita. «È la storia della nostra stagione purtroppo — ha detto un laconico Galbiati — ma vediamo se in due giorni il nostro staff medico realizza l’ennesimo recupero miracoloso». Kamar Baldwin in tre partite di Playoff sta producendo 16,7 punti di media con il 52,7% dal campo, e oltre a essere il miglior realizzatore della squadra è anche il miglior bianconero per assist (6,0), il secondo per rimbalzi (4,3). Il tutto perdendo due soli palloni in 88′ di gioco nella serie. Ma uscendo dal campo dopo gara-3 il suo volto non nascondeva la delusione per aver visto Milano riprendersi il fattore campo nella serie: «Abbiamo giocato duro — ha detto Kamar — ma ci è mancato qualcosa. Nei nostri momenti buoni, quelli in cui siamo riusciti ad allungare nel punteggio, abbiamo concesso a Milano le occasioni giuste per rifarsi sotto. Non possiamo concederci errori o passaggi a vuoto. Dobbiamo continuare a giocare insieme, a comunicare in difesa, a prenderci i tiri aperti e in ritmo. Un possesso alla volta. Vogliamo giocare gara-5, in testa non abbiamo altro che questo desiderio. Vogliamo vincere di fronte ai nostri tifosi per regalarci questa opportunità».
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