L'incidente e il caso

martedì 21 Maggio, 2024

L’appello dei residenti dopo il decesso di Armellini: «Ora basta morti sulla San Giorgio»

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Il sindaco di Arco Alessandro Betta: «Serve un tavolo provinciale e si potrebbe partire dalla realizzazione di una nuova rotatoria» Perini: «I comuni non dialogano sul problema»

Una carambola incontrollata sulla San Giorgio, poi l’auto che si impenna e rotola per una trentina di metri, lamiere che si contorcono, una vita che si spezza: se n’è andato così domenica sera il rivano Lorenzo Armellini, 51 anni, originario di Nago ma residente a Riva, impiegato alla fabbrica Dana di Arco. Forse distrazione, forse velocità eccessiva, forse un mix fra le due cose (i Carabinieri sono al lavoro per ricostruire la dinamica), fatto sta che all’improvviso Armellini ha perso il controllo e ha sterzato rapidamente impattando con un palo della luce che ha fatto da trampolino e ha lanciato l’auto a decine di metri di distanza. Inutili i soccorsi: il medico rianimatore, giunto con l’elicottero di Trentino Emergenza, non ha potuto che constatare il decesso del guidatore. Una nuova croce è andata così ad aggiungersi alle tante altre che quella strada ha accumulato nel corso degli ultimi anni, fra lo sconforto dei residenti che da tempo chiedono un intervento risolutore per mettere in sicurezza la provinciale 118, quella che passando attraverso l’abitato di San Giorgio collega Riva del Garda ad Arco. In particolar modo il consigliere comunale Ugo Perini: «Ormai sono stanco di ripetermi: non è giusto che nel 2024 accadano ancora queste cose, ma i comuni del territorio non dialogano tra loro. È ora di prendere in mano una volta per tutte la questione viabilità, ma non a chiacchiere. Però servono persone che conoscano il territorio e purtroppo non ce ne sono. Da anni propongo la realizzazione di rotatorie per rallentare la velocità, ma nessuna risposta». «Oggi è il tempo del cordoglio nei confronti dei parenti e degli affetti più cari della vittima – ha commentato il sindaco di Arco Alessandro Betta – anche se di fronte a questa ennesima tragedia della strada non possiamo che ribadire l’appello fatto a più riprese alla Provincia di convocare quanto prima un tavolo sull’evoluzione della viabilità in quel delicato settore. Un settore che, una volta che sarà aperto il nuovo tunnel, dovrà sopportare un ulteriore carico di traffico. Quello che il Comune di Arco può fare lo sta facendo: abbiamo approvato un piano urbano per la mobilità sostenibile in cui si prevedono strategie specifiche e interventi volti a rallentare il traffico veicolare e al contempo stiamo sostenendo una campagna informativa che soltanto ieri, tanto per fare un esempio, ha portato in piazza gli oltre trecento ragazzi delle scuole cittadine per una grande attività di educazione stradale alla presenza delle forze dell’ordine. Risale a pochi giorni fa, inoltre, una serata con la Fondazione Michele Scarponi in cui è stata affrontata la tragica tematica della difficile convivenza sulle strade fra ciclisti e automobilisti. È evidente che servirebbero strumenti più specifici per intervenire sulla velocità con cui le auto percorrono quel tratto di strada, la cui conformazione, pressoché rettilinea, induce a pigiare il piede sull’acceleratore. Ma mi pare di poter rilevare che il governo centrale sta mostrando una scarsa sensibilità a questo riguardo. La nuova viabilità, per quel che ne sappiamo, dovrebbe prevedere una rotatoria poco prima dell’abitato di San Giorgio: servirebbe a spezzare quella lunghissima retta di asfalto e obbligare chi guida a rallentare. Si potrebbe partire da lì».