Animali
venerdì 31 Maggio, 2024
di Redazione
Bianchi come la neve, i quattro lupi artici arrivati a maggio al Parco Natura Viva di Bussolengo sono gli unici esemplari in Italia. Si tratta di quattro fratelli che appartengono a una sottospecie che vive nelle terre ghiacciate dell’estremo nord del mondo. I quattro lupi provengono dall’Argonne Discovery Park. Nell’Artico canadese e nella Groenlandia settentrionale la loro specie sta assistendo a un innalzamento della temperatura media due volte più veloce di quella globale, con alterazione della tundra e perdita di ghiaccio marino. Nonostante siano classificati come «prossimi alla minaccia» di estinzione, la preoccupazione della comunità scientifica si concentra sulla rapidità che potrebbe portare al declino delle popolazioni. Complice anche l’esplorazione di gas e petrolio, oltre all’estrazione mineraria.
«Tundra e Molodietz hanno quattro anni, mentre Xena e Floupappena due – spiega Cesare Avesani Zaborra, ceo del Parco Natura Viva di Bussolengo -. Sono ancora giovani ed esplorano in lungo e in largo la loro area. Si affacciano spesso dalla sommità del colle, dove il boschetto consente loro di vedere cosa accade intorno, mantenendo una posizione discreta». Dal manto candido, più robusti dei lupi grigi e con orecchie piccole che consentono loro di disperdere meno il calore. I lupi artici si sono adattati a vivere e cacciare nella tundra artica, dove trovano bue muschiato, caribù e lepri artiche tra le prede d’elezione. «Ma fanno affidamento anche sul ghiaccio marino – prosegue Avesani Zaborra – per accedere a terreni di caccia più remoti e seguire ad esempio le foche in migrazione. Tuttavia, la riduzione della copertura glaciale non solo limita le loro risorse alimentari ma erode e rende instabile anche la tundra, dove aumenta la competizione con gli altri grandi predatori che cercano fonti alimentari alternative sulla terraferma». Secondo il National Snow and Ice Data Center, l’estensione del ghiaccio marino artico è diminuita a un tasso medio del 13,1% per ogni decennio da quando sono iniziate le registrazioni satellitari nel 1979. Ma non basta: è allarme anche per l’esplorazione di petrolio e gas e per l’estrazione mineraria. «Sebbene la regione artica possa sembrare disabitata – conclude il numero uno del parco zoologico veronese – la ricerca di gas e petrolio ha previsto strade e impianti di trivellazione, con un disturbo che incide soprattutto nel successo riproduttivo. Il lupo artico in Italia è ambasciatore di una regione remota della Terra, dove stanno avvenendo cambiamenti irreversibili».