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venerdì 31 Maggio, 2024
di Adele Oriana Orlando
Chico Forti si racconta in pochi minuti, intervistato da Bruno Vespa per il programma Cinque Minuti, andato in onda su Rai1 nella serata di venerdì 31 maggio. L’ex velista e produttore televisivo trentino è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike del 15 febbraio del 1998, è rimasto in carcere in Florida per 24 anni. Forti si trova attualmente in carcere a Montorio, a Verona, ci è arrivato dopo essere stato trasferito dalla Florida in Italia dopo la metà del mese.
Vespa: «Dopo 24 anni di carcere a Miami, in carcere a Verona. Sempre carcere ma qualche differenza c’è?».
Forti: «Una differenza enorme. Il carcere a Miami è basato totalmente sulla punizione, mentre qui ho conosciuto valori che erano 24 anni che non ritrovavo. Valori umani, rapporti, rispetto. È una differenza notte-giorno».
Vespa: «Dopo 16 anni ha rivisto sua madre, che ne ha 96. Mi racconti il suo sguardo»
Forti: «Mia madre è la mia roccia, è stata la mia forza, la mia energia. Normalmente in una persona 96 anni gli occhi si affievoliscono, invece ci puoi vedere i fuochi d’artificio all’interno dei suoi occhi e la gioia nel suo sguardo, più di qualsiasi abbraccio. È stato un momento meraviglioso».
Vespa: «Nel 2008, l’ultima volta che vi eravate visti, a sua madre disse: forse non ci rivedremo più».
Forti: «Esatto. (E lei disse ndr) farò tutto il possibile per aspettarti».
Vespa: «Come si vive un ergastolo nella convenzione di essere innocente?»
Forti: «Si vive proprio per questo, perché tu sei convinto della tua innocenza, hai la forza di andare avanti, giorno per giorno. Non pensi ai 24 anni. Io non ho mai pensato ai 24 anni. Ho sempre pensato al giorno successivo. Se credi in te e hai dei principi, trovi la forza per andare avanti. Se non credi in te o ti suicidi o cambi la vita».
Vespa: «E il suo rapporto con Giorgia Meloni, come nasce? Visto che si è battuta tanto per lei?»
Forti: «La prima persona che mi parlò fu l’ambasciatore Giulio Terzi ed è rimasto un contatto, quasi 10 anni fa e ancora adesso è una persona che ha fatto molto per me».
Vespa: «Come ho saputo che ce l’avrebbe fatta?»
Forti: «Il 1° marzo ho ricevuto una chiamata che ha scombussolato il mio penitenziario, perché mi dissero: “Forti hai una chiamata dalla Casa Bianca”. La prima persona che mi parlò fu l’ambasciatrice italiana a Washington, sono qui con il presidente Biden e il Primo ministro che vorrebbe parlarti. E mi è stato dato l’annuncio da Giorgia Meloni. All’inizio l’ho ringraziata indipendentemente da quale fosse risultato e lì lei mi ha dato la notizia: siamo finalmente riusciti a convincerlo, torni a casa».
Vespa: «Da 4 anni il fratello di Dale Pike, per il cui omicidio le hanno dato l’ergastolo, ha cominciato a dire: è innocente, è innocente, è innocente. Perché dopo tanto?»
Forti: «Ha fatto veramente dei grandi passi per aiutarmi nel discorso della mia innocenza. Credo che sia un momento in ognuno di noi in cui prevale la coscienza. Non mi ha mai attaccato, all’inizio, ma neanche mi ha difeso. Credo che abbia raggiunto un momento forse anche per il discorso di mia madre, che entrambe le famiglie hanno sofferto tanto e che abbia deciso di fare un qualcosa di più concreto: scrivere al governatore della Florida, è un passo importante».
Vespa: «Una giornata del detenuto nel carcere di Miami, come lei?»
Forti: «È impossibile da descrivere».
Vespa: «Il detenuto viene chiamato parecchie volte durante la giornata?»
Forti: «Sì, viene umiliato per ogni azione che tu fai, è fatta per ricordarti che tu sei punito per un qualcosa che hai fatto. Il principio è che se sei all’interno del carcere e qualcosa hai fatto e ti meriti di essere punito».
Vespa: «Qui i tuoi compagni di cella?»
Forti: «A Rebibbia e qui mi hanno accolto come un re, tantissimo rispetto. Devo fare una piccola nota, perché la prima persona che mi ha accolto mi ha detto: c’è il comandante che vuole parlarle. Io pensavo che fosse una persona del penitenziario. Invece si presentò Schiettino che mi ha detto: Chico, sei il mio eroe. Io, magari io ho qualche pensiero».
Vespa: «Le fecero una spaghettata»
Forti: «Una spaghettata all’amatriciana, tutto quello che vedi (indicando i suoi vestiti ndr) è: o San Vincenzo o i miei compagni di cella».
Vespa: «Perché, dagli Stati Uniti?»
Forti: «Non mi hanno dato nulla. Neanche i calzini».
Vespa: «Prima o poi uscirà anche da qui. Più prima che poi. Sta pensando al lavoro? Tornerà a fare surf? Tornerà che cosa?»
Forti: «Sì, è stato un freezing. Sono stato congelato per 24 anni, ma le mie emozioni e la voglia di vivere non è cambiata. Quindi spero di poter rifare tutte le cose».