Siti inquinati, Trento nord

domenica 9 Giugno, 2024

Il Consiglio di Stato obbliga il Consorzio ex Sloi a bonificare l’area Sequenza

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I giudici amministrativi respingono il ricorso di Tim, Mit e Imt e accolgono quello del gruppo Podini. «Entro 90 giorni l’ordinanza del Comune»

Il 7 novembre 2023 il piezometro 536/PS2bis posto dall’Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente, ai limiti dell’area Sequenza, il compendio da 2,8 ettari a Trento nord dove il gruppo Podini ha proposto la realizzazione delle sei torri e del quartiere da oltre 100 milioni di euro, riportava una concentrazione di piombo trietile nella falda di 0,2 microgrammi al litro d’acqua, il doppio del limite di legge, e di sicurezza, di 0,1 microgrammi al litro. è solo una delle misurazioni, recenti e meno recenti, che mostrano la presenza di inquinanti derivanti dalla vicina ex Sloi, l’area inquinata del Sito di interesse nazionale Trento nord. Quindi, ai sensi delle norme nazionali, la bonifica è in capo ai proprietari di Sloi e Carbochimica, Tim srl di Albertini, Mit srl di Tosolini, Imt srl di Dalle Nogare riuniti nel Consorzio di bonifica e sviluppo Trento nord, anche se non è da loro che è stato causato l’inquinamento originario. Chi deve ordinare la bonifica? Nel 2019 il Comune di Trento, a seguito di una sentenza del Tar, dichiara la propria incompetenza: emettere l’ordinanza spetta al ministero dell’Ambiente. Che nel 2020 chiede al Consorzio di bonifica di fornire entro 120 giorni «gli elementi e gli approfondimenti necessari per definire l’insorgenza, l’entità e le caratteristiche della situazione riconducibile ad una minaccia di danno ambientale, procedendo, in particolare, ad indagare in termini di dettaglio la fonte e le modalità di diffusione dell’inquinamento ovvero di un idoneo approfondimento relativo a sorgenti e vie di migrazione in tale sito» cioè nell’area Sequenza. Il gruppo Podini ricorre contro il Comune, chiedendo che emetta lui l’ordinanza. Il Consorzio Tim, Mit, Imt ricorre contro il Ministero sostenendo che l’intervento non spetta a «proprietari incolpevoli» e in ogni caso che le analisi non mostrano peggioramenti della situazione. Il 6 marzo scorso, a conclusione dei rispettivi iter, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Sequenza e ha respinto quello del Consorzio Trento nord. Significa che il Comune deve emettere, entro 90 giorni dalla notifica della sentenza, l’ordinanza di messa in sicurezza dell’area Sequenza e che la messa in sicurezza, compresa la bonifica, spetta agli attuali proprietari di Sloi e Carbochimica.

Comune, Provincia, Ministero
«Stiamo valutando la portata della sentenza – dice l’assessora comunale alla Transizione verde Giulia Casonato – In questi giorni abbiamo incontri con la Provincia e con l’Appa per capire se ha ancora senso l’ordinanza e come fare le analisi anche nelle aree limitrofe al Sito di interesse nazionale. Secondo noi è il Ministero che dovrebbe farsi carico. La conclusione la prenderà il Consiglio comunale. L’ordinanza sarà rivolta al Consorzio di bonifica che ha il compito di mettere in sicurezza l’area». In ogni caso l’iter del progetto Sequenza non si ferma.

I contrari al bypass
«Le due sentenze cambiano significativamente il quadro, togliendo ogni alibi a chi usava la confusione sulle competenze per aiutare una conclusione speculativa della vicenda – afferma l’esponente No Tav Elio Bonfanti – alla luce dei disposti del Consiglio di Stato, il sindaco dovrà emettere, anche sulla base dei recenti campionamenti delle acque di falda, nei confronti dei proprietari una ordinanza di messa in sicurezza dell’ area Sequenza. In previsione di tale obbligata ordinanza – aggiunge Bonfanti – la scelta di usare quei 28.000 metri quadrati per il deposito provvisorio dei terreni della parte Nord del cantiere per la circonvallazione ferroviaria di Trento perderà la sua giustificazione. In analogia con le altre aree inquinate di Trento nord, il terreno Sequenza va tolto dalle aree utilizzabili per la realizzazione di quell’opera». Anzi, secondo Bonfanti, «l’area Sequenza è allo stato inedificabile perché inquinata».

Le misure dell’inquinamento
In misurazioni precedenti a quella del 7 novembre scorso, tutte effettuate dall’Appa che monitora dal 1994 le acque di falda di Trento nord, i valori rilevati erano anche superiori. Il 19 maggio 2021 la concentrazione di piombo dietile era anch’essa a 0,2 microgrammi al litro contro il limite di 0,1 microgrammi. Piombo dietile e trietile sono prodotti dalla degradazione del piombo tetraetile, il prodotto più importante, e più inquinante, della Sloi che era usato come antidetonante della benzina. Il 14 dicembre 2021, sempre nel piezometro posto ai confini dell’area Sequenza, spunta una rilevazione di piombo tetraetile di 0,1 microgrammi al litro, pari al limite di rischio.