Il rapporto della Provincia

martedì 11 Giugno, 2024

Il 2023 è stato l’anno nero degli orsi in Trentino: otto esemplari morti

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Crescono i lupi: 27 branchi. I danni stimati dall'azione dei grandi carnivori ammontano a 200 mila euro

In Trentino ci sono 98 orsi e 27 branchi di lupi. È quanto emerge dal Rapporto grandi carnivori 2023, redatto dal Servizio faunistico della Provincia e pubblicato nel pomeriggio di ieri. Il documento, steso anche con la collaborazione del Muse, della Fondazione Edmund Mach, dell’Ispra e dei tre Parchi naturali trentini, fornisce informazioni riguardo la presenza sul territorio e la gestione di orsi, lupi e linci (i cosiddetti grandi carnivori).

Orsi in aumento dal 2015

A fronte di un numero minimo certo di 79 orsi con almeno un anno di età, la Provincia stima la presenza di 98 esemplari in Trentino, divisi fra 52 femmine e 46 maschi. Un dato che negli ultimi anni ha visto una crescita costante, a partire dai 40 del 2015 fino agli 85 del 2021, e che non tiene conto dei piccoli, cioè dei plantigradi più giovani di un anno. Nel 2023 si sono stimate 13 nuove cucciolate per un totale di 22 orsi nati, numeri più bassi rispetto a quelli del 2022 ma che comunque nel corso dell’ultimo decennio si sono alzati notevolmente: nel 2013 entrambi i dati erano inferiori a cinque. Fra i diversi orsi rilevati, otto lo sono stati fuori dal territorio provinciale mentre due sono quelli che gravitano in province limitrofe (Brescia e Bolzano). In aumento anche il territorio occupato dagli esemplari femmina, che copre un areale totale di 2227 chilometri quadrati nel Trentino occidentale.

Da F36 a Mj5, otto esemplari morti

Nel 2023 è stata registrata la morte di otto esemplari di orso in Trentino, a cui va poi aggiunta quella di M65 causata in un incidente stradale in Tirolo a maggio. Fra questi ci sono anche i casi di F36 e MJ5, animali noti per essere finiti al centro di lunghe contese in tribunale fra il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e le associazioni animaliste nel pieno della campagna elettorale. La prima, esemplare adulto di sei anni, era stata protagonista di un inseguimento a due cacciatori nei boschi sopra Roncone lo scorso 30 luglio: Fugatti aveva firmato immediatamente l’ordinanza per il suo abbattimento, bloccata dal Tar dopo il ricorso della Leal. Il 27 settembre, F36 è stata trovata morta in località Val Bondone a Sella Giudicarie. Abbastanza simile il caso di MJ5, maschio di 18 anni, che a marzo aveva ferito un uomo in Val di Rabbi: anche in questa occasione Provincia e animalisti si erano dati battaglia per mesi, in contemporanea a un altro scontro, quello per JJ4, l’orsa responsabile della morte di Andrea Papi. La carcassa di MJ5 è stata trovata in località Poie a Bresimo il 10 ottobre e la Fem ha confermato la sua identità a gennaio. Gli esemplari M62 e F56 sono invece stati uccisi da altri orsi.

Lupi, si contano circa 150 esemplari

Per quanto riguarda i lupi, il rapporto indica come in Trentino siano presenti 27 branchi composti da un minimo di tre a un massimo di 12 unità, per un totale di circa 150 esemplari. Anche in questo caso si tratta di un dato in aumento e che pare destinato a crescere ulteriormente: nel 2023, infatti, è stata accertata la fase di riproduzione per 26 di questi gruppi che sono distribuiti in tutto il territorio, dalla Vallagarina alla Val di Fassa. Sono 14 in tutto i lupi morti lo scorso anno: 11 vittime di investimenti stradali o ferroviari, due di bracconaggio e un decesso dovuto a cause naturali.

Danni, predazioni e prevenzione

Secondo le stime del documento, i danni causati dagli orsi hanno raggiunto i 102 mila euro, mentre quelli provocati dai lupi si attestano sui 95 mila. Sono 339 i capi di bestiame predati in totale. Per limitare gli attacchi, la Provincia si è mossa distribuendo i cassonetti anti-orso, investendo 145 mila euro in nuove recinzioni elettrificate e finanziando l’acquisto di nove nuovi cani da guardiania: «La sicurezza delle nostre comunità di montagna è una priorità assoluta – commenta a margine l’assessore provinciale alle foreste, caccia e pesca Roberto Failoni –. Le misure adottate, come la rimozione degli esemplari pericolosi secondo il Pacobace e l’implementazione di cassonetti anti-orso e opere di prevenzione, accanto alla distribuzione di cani da guardiania, dimostrano la nostra determinazione a trovare un equilibrio tra conservazione e sicurezza. L’investimento in attività di formazione e comunicazione è altrettanto cruciale per sensibilizzare la popolazione e promuovere pratiche sostenibili».

«Servono squadre di intervento»

C’è chi, però, non è convinto dalle misure che la Provincia vuole mettere in campo per affrontare il problema. «Spesso si dice che quando non si vuole affrontare un problema, si costituisce un tavolo – scrive in una nota il comitato Insieme per Andrea Papi –. La delibera della Giunta provinciale del 31 maggio (che prevede l’istituzione del tavolo grandi carnivori, ndr) pare confermare questo vecchio adagio. La domanda che poniamo seriamente come comitato è la seguente: la Provincia ritiene che oggi, in presenza di un rilevante problema di sicurezza che riguarda l’incolumità delle persone, la difesa dell’economia di montagna e dei diritti della popolazione residente, la soluzione sia quella della condivisione delle informazioni relative alla presenza dei grandi carnivori e alle strategie per il miglioramento delle convivenza? La convivenza non può essere un fatto coercitivo e, oggi, parlare di convivenza a chi è espropriato a casa propria dei diritti e della libertà acquisiti nei secoli appare una vera e propria violenza. Riteniamo necessario che il problema sia affrontato da chi ha le redini del Governo provinciale e da chi rappresenta sul territorio provinciale il Governo nazionale con serietà e coraggio. Riteniamo poi che l’urgenza sia quella di attivare squadre di intervento immediato con un numero di emergenza dedicato che oltre a garantire un accurato monitoraggio sul territorio siano in grado di segnalare ogni possibile pericolo in maniera da salvaguardare l’incolumità pubblica».