italia
sabato 15 Giugno, 2024
di Redazione
«Ilaria può tornare in Italia». Parole di gioia e sollievo quelle pronunciate da Mauro Straini, legale della neo deputata europea che era detenuta in Ungheria da 15 mesi. A pochi giorni dalla sua elezione tra le file di Avs, è stata scarcerata anche dalla detenzione domiciliare e ieri mattina la polizia giudiziaria di Budapest le ha tolto il braccialetto elettronico. Le parole del suo avvocato hanno anticipato di qualche ora la conferma arrivata dal tribunale della capitale magiara. «Il processo in Ungheria a carico di Ilaria Salis è sospeso» ha chiarito il giudice ungherese Jozsef Sós nel provvedimento con cui ha disposto oggi la liberazione della 39enne. L’ordinanza in ungherese in una decina di pagine è fondata sulla «comunicazione» inviata negli scorsi giorni dal Ministero degli Esteri con allegato l’elenco dei 76 parlamentari eletti a Bruxelles e Strasburgo per l’Italia. In base a ciò, il magistrato ha stabilito che Salis debba godere «fin da subito» dell’immunità parlamentare, fondando la decisione su una sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha sancito come lo status di parlamentari lo si raggiunga sin dal momento dell’elezione e non alla proclamazione e insediamento. Il giudice Sòs ha quindi disposto la scarcerazione e la sospensione del procedimento penale per cui Salis rischia una condanna a 25 anni. Spetterà eventualmente all’autorità giudiziaria ungherese chiedere al nuovo Parlamento europeo la revoca dell’immunità. «Finalmente! Siamo felici della notizia che giunge da Budapest, l’europarlamentare Ilaria Salis ora può tornare in Italia e potrà svolgere la sua nuova funzione a cui l’hanno indicata centinaia di migliaia di elettori. Il nostro grazie va a tutti e a tutte coloro, che come noi, in questi mesi si sono indignati e non si sono rassegnati alla terribile condizione in cui era tenuta nelle carceri di Orban. Ora potrà difendere insieme a noi i diritti civili e sociali dei più deboli. La aspettiamo» hanno esultato in una nota i leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
Il 15 maggio il tribunale di seconda istanza ungherese aveva accolto a sorpresa il ricorso della difesa che già il 28 marzo si era vista bocciare i domiciliari. L’attivista lombarda è imputata per lesioni aggravate nei confronti di due neonazisti per gli scontri dell’11 febbraio 2023 in occasione del “Giorno dell’onore”. L’accusa è infatti di lesioni «potenzialmente letali», nonostante le ferite delle vittime siano state ritenute guaribili in 5 e 8 giorni.