Vallagarina

sabato 15 Giugno, 2024

Calliano, viaggio nel paese «diviso a metà»: «Nella parte “nuova” tanti giovani ma si rischia l’effetto “dormitorio”»

di

Il paese più «giovane» del Trentino. «Lavoriamo a Trento e andiamo a Verona per divertirci»

Il paese all’ombra di due castelli, Castel Beseno e di Castel Pietra, ha avuto una storia recente diversa da quella della maggior parte dei piccoli comuni del Trentino: la sua popolazione è raddoppiata, passando da poco più di mille abitanti intorno al 2000 agli attuali duemila. E i nuovi arrivati sono in gran parte giovani lavoratori, molti dei quali con figli piccoli, che hanno reso Calliano il comune con l’età media più bassa di tutta la provincia. Quasi tutti i nuovi arrivati, però, vivono in un’area a est della statale, tra i vigneti, in direzione di Besenello. Il paese, quindi, è diviso in due. I nuovi arrivati così si trovano fisicamente separati dai vecchi da un’arteria stradale di prima importanza, riuniti al nucleo storico solo da due sottopassaggi pedonali. Una situazione particolare che rischia di creare un «quartiere dormitorio».

«Non sono arrivato da molto lontano, da Villa Lagarina, ma già qui è un po’ diverso», spiega, sorridendo, Marco Candioli mentre porta a spasso il suo cane. Di professione artigiano, è stato tra quelli che, nel primo decennio del duemila, ha lavorato alla costruzione degli stessi condomini in cui – una volta finiti i lavori – si è stabilito con la famiglia. La statale, spiega, non è un gran problema, quanto il fatto che quello appena nato sia spesso un «quartiere dormitorio. La maggior parte si è trasferita qui perché gli affitti sono, o almeno erano più bassi che a Trento o Rovereto, e si sposta in macchina. Inoltre, la gente del posto è un po’ chiusa».

Il risultato: a volte è difficile integrarsi. «Mia figlia ci ha fatto la scuola media, poi già alle superiori la scuola era altrove, e così anche la maggior parte degli amici. È vero che si organizzano tanti eventi, ma da fare però c’è ancora molto. D’altronde, non è una specificità di Calliano ma di tutti i paesi: i negozi chiudono, è molto più conveniente andare a fare la spesa nei centri commerciali o comunque nelle città. Complessivamente, però, si sta bene».

Non la pensa allo stesso modo Lira, che viene da molto più lontano, dall’Albania, da dove è emigrata nel 1998. Fino a pochi anni fa, racconta in un italiano che è impossibile distinguere da quello dei madrelingua, mentre si prende cura delle piante del suo giardino. Fino a pochi anni fa, spiega, viveva a Trento. Ora, nel Condominio Castel Beseno, si trova benissimo. «Vado molto in bici, arrivo anche a Trento, a Rovereto, passeggio molto. Qui c’è verde, è tranquillo, si sta bene. Ma spesso mi sposto in macchina, non ho molti motivi per andare nel centro di Besenello a fare acquisti, c’è molta più offerta nelle città. Però è vero che il comune organizza tante cose per creare vita di comunità. Ci sono quasi più eventi qui che a Rovereto!». Nel parco, curato, con delle giostre dedicate ai bambini dello stesso condominio, una giovane mamma con il suo marito. Di strada, lei, non ne ha fatta molta. «La mia famiglia è di Besenello. Quando ho un po’ di tempo libero torno sempre lì, è vicinissimo, in macchina. Ammetto, quindi, che per ora la vita di Calliano non la vivo molto. Ma quando lui – indica il bimbo che le sonnecchia in braccio – comincerà la scuola, cambierà tutto.

Per ora – conclude – non mi lamento: si sta bene, è tranquillo, le case sono nuove ed è ben collegato». L’impressione di una zona pulita, ariosa, ma sonnolenta, è condivisa dalla maggior parte degli abitanti. In giro, in verità, non se ne vedono molti, anche perché di negozi o centri di aggregazione non ce ne sono molti. «Per lui è il massimo», scherza Alessandro indicando il cane che ha al guinzaglio. Oltre il marciapiede su cui camminano iniziano già i vigneti che si inerpicano dolcemente verso le alture sormontate da Castel Beseno. «Sono arrivato da Ravina nel 2016, e lavoro ancora a Trento», spiega. «Qui quasi tutti, come me, lavorano in città, a Calliano si torna per dormire e poco altro. Dopotutto – continua – nella parte nuova non c’è neanche un bar. Ciò non toglie che ci siano sforzi per integrare la comunità, e che si sta bene: è un posto accogliente. Quando ci saranno il ponte ciclabile e la stazione dei treni tornerà a funzionare andrà sicuramente meglio». Sulla mancanza di opportunità di svago concordano anche i giovani, come Silvia. Da quando è arrivata dalla Moldavia, anni fa, ha vissuto a Verona e ora lavora a Rovereto, ed è finita a Calliano perché l’affitto era più conveniente. «Si sta bene, è bellissimo come tutto il Trentino. Ma lo ammetto, di vita nel paese ne faccio pochissima. Quando voglio un po’ di vita sociale me ne vado a Verona». Ilenia gestisce un negozio di toletta per cani che – forse non è un caso – è tra i pochissimi esercizi della parte nuova della città. «La posizione non ci penalizza, in molti hanno il cane, gli altri vengono in macchina anche dai borghi vicini. Ma sono convinta che questo sia un bel posto. La statale non è un problema, i clienti arrivano anche dal centro storico dai sottopassaggi. Sembra staccato ma è tutto vicinissimo».