La storia

martedì 18 Giugno, 2024

Vigiliane, oltre 300 volontari in campo: Marco Lazzeri, presidente Pro loco, ha traghettato la trasformazione

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L'obiettivo: «La sfida sarà quella di mantenere quanto raggiunto e puntare ancora più in alto, sempre con una solida struttura di base»

Trento si prepara a festeggiare il patrono, San Vigilio, in calendario il 26 giugno. Attorno a questa ricorrenza, diversi anni fa, sono nate le «Vigiliane», l’evento che anima e veste a festa la città. Un accenno di questo momento tanto partecipato, lo si è avuto sabato scorso, con la Ganzega dei Ciusi e dei Gobj che rimanda al 21 del mese l’inizio vero e proprio delle celebrazioni. Cuore pulsante dell’evento sono gli oltre trecento volontari della pro loco Centro Storico che, coordinati dal presidente Marco Lazzeri, sono al lavoro già da qualche settimana per preparare la festa. Lazzeri, come sta accadendo anche in altre pro loco, ha permesso alla realtà del Centro Storico di andare oltre la visione paesana con la quale spesso viene etichettata. Questo perché, come sostiene lo stesso presidente: «In una società che avanza e nella quale dilaga l’individualismo, le pro loco e le realtà vocate all’associazionismo e al volontariato devono evolversi e spingere a coltivare quelle tradizioni e quel capitale umano necessario al progresso». Trentino dalla nascita, Lazzeri è un consulente, ex calciatore e attivo nel mondo del volontariato da tantissimo tempo, prima nel reparto delle emergenze: per il Soccorso alpino, il Soccorso piste e per la Croce Bianca di Fai della Paganella; oggi per quello più culturale e territoriale: la pro loco Centro Storico di Trento della quale è presidente dal 2017, da quando ancora era la «Confraternita dei Ciusi e dei Gobj». La passione per la montagna rimane invariata, invece, che onora concedendosi grandi camminate e scialpinistiche insieme alla compagna, Sara Ravanelli.
L’esperienza di Rigopiano
Negli anni in cui è stato soccorritore, Lazzeri ha vissuto anche l’evento disastroso di Rigopiano, correndo ad aiutare le persone coinvolte nella valanga del 18 gennaio 2017, che si è abbattuta nella località nel comune abruzzese di Farindola. Il ricordo di quei giorni è ancora nitido: «L’esperienza di Rigopiano mi ha cambiato la vita. Il Trentino aveva una grossa responsabilità in quel momento, in quello che era denominato allora “cantiere”. Sono stati momenti difficili, abbastanza dolorosi — racconta Lazzeri — Sono partito con la colonna mobile trentina e siamo stati catapultati in una situazione molto difficile e complessa. Dopo un momento iniziale in cui sono state estratte delle persone dalle macerie, c’è stata la ricerca persone sotto la valanga, che non era come eravamo abituati a vedere. Quella valanga ha spostato un versante di un bosco e un hotel di 80 metri. Abbiamo lavorato giorni con un’energia molto forte. In quell’esperienza ho scoperto che si può non dormire per due notti intere, mentre cerchi e speri di riuscire a salvare una persona. Quell’esperienza mi ha arricchito molto, ogni tanto sento ancora una delle persone salvate».
Dalle emergenze alla pro loco
Dopo quindici anni nel Soccorso alpino, Lazzeri ha scelto di dedicarsi al territorio in altro modo, curandone tradizioni e folclore, sempre con un occhio all’innovazione e all’eccellenza. L’associazionismo per il presidente della pro loco è un punto fondamentale, attorno al quale ruota la sua vita. Lui che vive la sua città e il suo Trentino con estrema passione, ha deciso di cambiare settore come volontario perché «C’è un’età per tutto — spiega — Nel Soccorso alpino l’impegno è molto grande, ho dovuto e voluto scegliere, perché quando si fanno troppe cose, si rischia di farle male. A un certo punto si deve scegliere e lo si fa valutando cosa si riesce meglio a gestire tra professione e vita privata. Dover decidere è stato difficile, ho dovuto riflettere bene, cercando di capire cosa mi appartenesse maggiormente». E proprio in quegli anni, quella che era la Confederazione era arrivata al punto in cui era ormai necessario fare un passo in più, quello di trasformazione in pro loco. È sembrato proprio un segno del destino: la possibilità di cogliere una sfida. La scelta di Lazzeri è così ricaduta in questo: dirigere la trasformazione ed essere parte attiva nell’espansione di questa realtà. «Sono entrato nella Confraternita nel 2000, poi con altri ragazzi, ho sentito l’esigenza di fare di più — racconta Lazzeri — Sono così diventato presidente nel 2017 e nel 2018 è avvenuta la trasformazione. Siamo passati da una dimensione di associazionismo di un certo tipo a triplicare i numeri: da un centinaio di volontari ad avere una struttura importante ed essere un supporto logistico di iniziative e di capacità organizzativa molto grande». Raggiunto il traguardo della pro loco e il successo di riuscire a essere punto di riferimento, ora Lazzeri butta ancora una volta il cuore oltre l’ostacolo, cercando di spronare gli oltre trecento iscritti a puntare all’eccellenza, conservando specificità, cultura e tradizioni del territorio. «Oggi questo mondo è profondamente cambiato anche perché si è passati dall’avere molto tempo libero, a non averne per gli impegni quotidiani, figuriamoci per il volontariato — conclude Lazzeri — La sfida sarà quella di mantenere quanto raggiunto e puntare ancora più in alto, sempre con una solida struttura di base».