salute

mercoledì 19 Giugno, 2024

Zanzara tigre, in Trentino altri due casi di Dengue: sono già il doppio delle infezioni registrate nel 2023

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Anche un caso di encefalite da zecca. Pizzo (Igiene pubblica): «Tutte persone di ritorno dall’estero. L’incremento? Epidemia in Sud America»
Zanzara (Immagine da Pixabay)

Salgono già a quattro i casi di Dengue registrati in Trentino da inizio anno, il doppio di quelli rilevati nell’intero 2023. Come nel resto d’Italia, sono tutti casi «importati», cioè attinenti a persone provenienti o di rientro dall’estero. Intanto, sempre dal monitoraggio Arbovirosi dell’Istituto superiore di sanità (Iss), emerge anche un caso di encefalite da zecca in Trentino. A tal proposito, domani e venerdì l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) organizzerà due pomeriggi dedicati alle vaccinazioni contro le zecche.
La Dengue, invece, è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che a loro volta hanno punto una persona infetta. Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara egiziana, ma sono stati registrati anche casi trasmessi dalla zanzara tigre. Normalmente la malattia porta a febbre alta nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura, accompagnata da mal di testa acuti, dolori agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito. Nell’ultimo bollettino di maggio l’Istituto superiore di sanità segnalava due casi di Dengue in Trentino. Ma nel giro di un mese i casi sono passati a quattro. «È plausibile che quest’anno si registri un lieve aumento dei casi di importazione perché in alcune aree del pianeta, come il Sud America, si sono registrate epidemie — spiega Francesco Pizzo, direttore dell’Unità di igiene e sanità pubblica dell’Apss — I viaggi in queste aree rappresentano un rischio maggiore di infezione». Nessuno dei pazienti trentini sarebbe preoccupante.
Se trattata correttamente, la mortalità è inferiore all’1% dei casi, ma nei Paesi dove è più diffusa può manifestarsi anche in forme molto gravi, mortali una volta su quattro. «In presenza di temperature elevate si provvede alla disinfestazione dell’area di domicilio del paziente», aggiunge Pizzo. In Trentino l’ultima disinfestazione è abbastanza recente, a Cognola nell’estate del 2022.
Nel monitoraggio Arbovirosi dell’Iss risulta anche un caso di Tbe, cioè di encefalite da zecca, da inizio anno. Dopo il morso di zecca, nel 70% dei casi si manifesta un’infezione senza o con sintomi poco rilevanti, che può passare inosservata. Nel restante 30% dei casi, dopo 3-28 giorni si ha una prima fase con sintomi come febbre alta, mal di testa importante, mal di gola, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni per 2-4 giorni.
In questo caso si tratta di un’infezione «autoctona». «La nostra provincia, come tutto l’arco alpino, è una regione endemica — spiega Pizzo — Non a caso le vaccinazioni sono offerte gratuitamente e stiamo implementando le attività». Proprio domani 20 giugno e venerdì 21 giugno ci saranno due pomeriggi dedicati alle vaccinazioni contro le zecche: i posti disponibili per la prenotazione tramite Cup sono collocati dalle 14 alle 16, mentre si potrà accedere senza prenotazione dalle 16 alle 18. Domani saranno aperti i centri vaccinali di Cles e Tione di Trento, mentre il 21 sarà la volta di Arco, Cavalese, Pergine Valsugana, Rovereto e Trento. Le somministrazioni sono destinate ad adulti e bambini a partire dal primo anno di età. Il ciclo vaccinale è di tre dosi: la seconda deve essere effettuata 1-3 mesi dopo, mentre la terza dopo 5-12 mesi.