Lutto
giovedì 20 Giugno, 2024
di Johnny Gretter
«Lino è stato una persona che si è messa in gioco fino in fondo: ha avuto verso gli altri solo disponibilità e altruismo». Antonio Caferra, educatore di villa Sant’Ignazio, ricorda così Lino Pallaoro, 61enne di Pergine morto improvvisamente lunedì. Lino era molto conosciuto; aveva lavorato per molto tempo come ambulante, gestendo un banchetto di cinture e altri indumenti in pelle. Nel 2018 era finito a processo, accusato di incendio e detenzione di materiale esplosivo. Ma da chi l’ha conosciuto, Lino Pallaoro è ricordato per il suo profondo altruismo, emerso specialmente durante il suo soggiorno a Villa Sant’Ignazio, dal 2019 al 2021. «Il suo percorso è stato bello e significativo», dice Massimo Komatz, coordinatore di Villa Sant’Ignazio. «Era una persona davvero attenta agli altri nelle relazioni: era rispettoso e grato. Sapeva mettersi a disposizione generosamente per aiutare gli altri anche quando non ne aveva gli strumenti». Anche se Lino Pallaoro aveva lasciato la comunità da tre anni, aveva comunque continuato a seguire le sue attività. Il 25 marzo scorso è stato parte di una delegazione di educatori e ospiti ricevuta dal Papa, in occasione dell’anniversario della Gesuit Social Network. «Di lui ho un ricordo di gentilezze e disponibilità», prosegue Caferra. «Era pieno di gratitudine: ha trascorso il periodo Covid da noi, felice di poterlo passare nel calore di una comunità. Era entusiasta di essere ancora un volontario attivo».
I funerali si terranno domani alla chiesa parrocchiale di Pergine alle 14.30. Lascia le figlie Aurora e Giorgia, e l’affezionata Graziana.
Sull’edizione de il T Quotidiano di oggi, la lettera di saluto a Lino a firma del direttore Simone Casalini