L'esperto
venerdì 21 Giugno, 2024
di Ottilia Morandelli & Patrizia Rapposelli
«Attenzione area orso», questo quello che riportano i cartelli che avvertono della possibile presenza di un plantigrado, posizionati nei boschi trentini. È notizia di qualche giorno fa l’installazione di 700 nuovi segnali, più visibili di quelli del passato, che invitano a chiamare il 112 in caso di avvistamento di un plantigrado. A comunicare la notizia lo stesso assessore all’ambiente Roberto Failoni, in prima linea per «la sicurezza delle persone». Cartelli che come spiega l’assessore «non vogliono spaventare gli escursionisti ma invitarli a consultare le informazioni corrette».
Il parere dell’esperto
Ma questi cartelli sono sufficienti? «Questo tipo di segnaletica può senza dubbio creare consapevolezza – spiega lo zoologo Filippo Zibordi – Ma si deve spiegare sempre di più cosa sia realmente un orso». Cartelli e informazioni che possono essere un punto di partenza, ma non di arrivo. «Si deve lavorare in modo che l’opinione pubblica capisca che questo animale non è né buono né cattivo, insegnando ai cittadini come reagire nel caso di un avvistamento». Gli avvistamenti dell’aprile 2023 di plantigradi, e quelli nel Trentino Orientale a Telve in Valsugana dei giorni scorsi, dove l’orso non si vedeva da due anni, hanno creato una sorta di «isteria collettiva», come racconta lo zoologo. «Ci sono state aggressioni, non dico che il rischio non c’è, ma credo che si abbia una percezione più elevata di quello che è il rischio reale». Gli orsi del resto «ci sono e si spostano in posti dove 20 anni fa non andavano», anche perché erano appena stati reintrodotti. Quello che si deve riuscire a fare per Zibordi è riuscire a distinguere un comportamento «normale da uno problematico». «Un orso impaurito, nel cuore della notte che si aggira per un paese di montagna non deve essere considerato un fatto eccezionale – continua – Queste cose non ci devono spaventare più di tanto, gli orsi esplorano e si spostano fra i territori. Quello che invece ci deve allarmare è quando l’animale prende confidenza e cerca rifiuti nei cassonetti. Lì si deve intervenire». Una percezione dunque «esagerata del fenomeno», che preoccupa fin troppo i cittadini e che richiama a una maggior consapevolezza e informazioni su questa specie.
L’avvistamento di Telve
«Evitiamo allarmismi e forniamo informazioni adeguate alla cittadinanza». Così interviene il presidente della Comunità di Valle Valsugana e Tesino, Enrico Galvan dopo la conferma che un orso, probabilmente in dispersione, è stato avvistato mercoledì 17 giugno sulla strada forestale per malga Cere priperma e poi a malga Valtrighetta, in quest’ultimo caso si è scagliato contro un apiario. «Sulla vicenda ci sarà un confronto con il Consorzio dei comuni. È importante contribuire a collocare in una cornice verosimile e costruttiva la presenza del plantigrado in Trentino evitando gli allarmismi o le trappole favolistiche». Galvan preferisce non esporsi sulle politiche di gestione: «Ci stiamo applicando per gestire al meglio una situazione complessa che ha portato il tema dell’orso a una priorità essenziale per il nostro territorio cercando di garantire la biodiversità e la sicurezza per i cittadini e i malghesi che vivono le valli più problematiche». Ricordando che: «Era da due anni che non veniva segnalata la presenza nel Trentino orientale». Sulla questione interviene anche Daniela Campestrin, sindaca di Torcegno, comune con un insospettabile patrimonio di malghe, nel cuore del Lagorai. «Garantiamo la sicurezza di chi lavora in altura: malghesi, agricoltori e allevatori. Con tutta probabilità si tratta di un giovane maschio in transito ma teniamo alta l’attenzione», è il monito della Campestrin. La posizione della prima cittadina è netta: «Interveniamo sul contenimento con ogni sistema, anche quello della soppressione, del numero di esemplari di animali predatori, orsi e lupi su un territorio fortemente antropizzato come il nostro, quando questi siano problematici per i residenti, turisti e attività economiche». Il primo ad essere avvertito dell’avvistamento è stato Luigi Dall’Armellina, gestore del rifugio malga Cere, che si rammarica della scarsa conoscenza e dei diffusi allarmismi sull’argomento. «Dei ragazzini sono corsi a segnalarmi la presenza di un orso nelle vicinanze della malga. Li ho rassicurati. Ho detto loro che avremmo dovuto avvertire il Corpo Forestale e di non divulgare la notizia per evitare allarmismi. La notizia però è stata postata sui social: c’è isteria collettiva – racconta -. Sappiamo che più di un anno fa Andre Papi è stato sbranato da un orsa, non strumentalizziamo il tema. Non c’è nulla di straordinario in un orso che attraversa boschi e cime». Durante il sopralluogo per valutare il danno a malga Valtrighetta, i forestali hanno raccolto alcuni peli che potranno consentire di identificare l’animale e di stabilire se proviene dalla Slovenia o dal Trentino occidentale. Un’informazione considerata di interesse scientifico e non rilevante ai fini gestionali. Il sindaco del comune di Telve, Matteo Degaudenz dichiara: «Al momento non c’è allarme, confido che si sia trattato di un passaggio casuale. Il Corpo forestale si è attivato con il prestito di alcune recinzioni elettrificate agli apicoltori. Sono in contatto con i malghesi: non c’è preoccupazione».