Attività
sabato 22 Giugno, 2024
di Gabriele Stanga
Dall’incontro con Marchionne all’articolo del Sole 24 ore, fino alle 50.000 ore non stop di accoglienza al cliente. Sono tanti gli episodi legati alle mura del ristorante «al Marinaio» di Trento sud, che dopo cinquant’anni di attività, cambierà la propria gestione. Un locale storico per la città, quello fino ad oggi guidato da Giovanni Groff e il cui timone ora passerà a Valentino Dalla Bona, già titolare del ristorante «Al casello» di Spini di Gardolo. La storia del Marinaio comincia ufficialmente nel 1974 ma in realtà risale ancor prima al periodo tra 1939 e il 1945, quando il padre di Giovanni, Luigi, prestò servizio presso la nave corazzata Littorio. Dai suoi racconti relativi a quell’esperienza deriva il nome del locale: «Papà era stato sempre un precursore dei tempi e ci ha trasmesso questa spinta a guardare avanti – spiega Giovanni – Mi raccontava che fu il primo a vendere la Coca cola a Trento. Io ricordo il primo microonde che aveva acquistato». E proprio da questa tensione verso il futuro e dalla voglia di creare qualcosa di nuovo, deriva la scelta di cedere il locale: «La nuova gestione partirà da luglio e si presenterà con nuovi stimoli per ristorante e bar, noi terremo il tabacchino e l’albergo», chiosa Groff.
Ma quanti anni aveva lei quando aprì l’attività?
«Avevo 16 anni e nel ristorante ho passato tutta la mia vita. Lì, nella prima struttura, ho conosciuto persino mia moglie. Anche lei era giovanissima ed era venuta ad aiutarci in cucina. Avevamo contattato suo fratello, che volevamo assumere come cuoco ma in quel momento era già occupato. Allora, lei si offrì in sua vece per darci una mano. Poi se ne andò ma in seguito ci siamo ritrovati».
E poi c’è stato il cambio di sede.
«Ci siamo trovati di fronte alla necessità di demolire il vecchio locale per il passaggio della tangenziale. Devo dire, però, che c’è sempre stato un confronto tranquillo e a 360 gradi con l’amministrazione. Non abbiamo mai avuto incomprensioni gravi e il dialogo è sempre stato al centro, tanto che ieri, alla festa per i 50 anni c’erano molti dei personaggi di allora, nonostante sia stata una cosa organizzata proprio all’ultimo momento con un paio di messaggi e telefonate».
L’idea del ristorante fu di suo padre o venne da lei?
«Mio padre fu fonte di ispirazione ma purtroppo non riuscì nemmeno a vedere il progetto della struttura. Però il marinaio era lui e le esperienze che visse a bordo della Littorio ispirarono l’attività. Ci trasmise anche l’apertura mentale con cui abbiamo sempre condotto la gestione. Oltre a lui, però, c’è anche un altro Trentino cui è legato il locale».
Chi?
«L’architettura del ristorante è disegnata sull’impronta della Villa di Curzio Malaparte a Capri. Il progettista di quell’opera era stato Adalberto Libera, fondatore dell’architettura razionalista e ci piacque l’idea di mantenere quel riferimento».
E in tutti questi anni quali sono state le sue soddisfazioni più grandi?
«Ce ne sono due in particolare, la prima furono le 50.000 ore di servizio non stop ai clienti che completammo appena prima del Covid. Colto dall’entusiasmo mandai una mail al Sole 24 ore, che scrisse un articolo quasi subito. L’altra è stata accogliere come cliente Sergio Marchionne, quando passò da Trento per il Festival dell’Economia. Con lui abbiamo fatto diverse foto ed era stato molto disponibile».
Ricorda altri clienti celebri?
«Tantissimi, da Moser a Paolo Vannetti e Gianni Bort, fino ai tanti assessori ma ne vorrei menzionare due storici anche se non noti alle cronache».
Chi sono?
«Mario Betti e Ilvo Lucianer, che nonostante i 90 anni viene ancora a prendere un calicetto la mattina e un altro la sera. Alla festa per i 50 anni abbiamo consegnato ad entrambi la targa di amico cliente storico. Si sono anche commossi alla consegna della targa da parte del sindaco Ianeselli».
E qual è invece la cosa che ha fatto più emozionare lei?
«Alcuni clienti, tra cui i due citati, si sono messi a piangere quando ho raccontato loro che il locale stava per cambiare gestione. È una cosa che mi ha lasciato una certa emozione, così come vedere la partecipazione ai festeggiamenti e ricevere la bottiglia di spumante Ferrari per i 50 anni con la dicitura “I clienti nel cuore”».
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