Trento
domenica 23 Giugno, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
Lo dice con una battuta, ma il messaggio è piuttosto pungente. «Non vorrei che sotto terra, oltre al piombo, si sia nascosto anche il ministero». Il sindaco di Trento Franco Ianeselli incalza il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) sulla bonifica dei terreni inquinati delle ex fabbriche Sloi e Carbochimica, tornata sotto i riflettori in relazione ai lavori della circonvallazione ferroviaria. Comune e Provincia hanno chiesto un incontro urgente al Mase per fare il punto della situazione, alla luce anche della recente sentenza del Consiglio di Stato sull’area Sequenza, quella adiacente ai siti contaminati. Su questa partita l’amministrazione comunale sta preparando l’ordinanza che obbliga gli attuali proprietari di Sloi e Carbochimica a mettere in sicurezza l’area.
Il sequestro delle aree
Ma procediamo con ordine. I terreni della Sloi, carichi di piombo, e della Carbochimica, carichi di idrocarburi, costituiscono uno dei 41 Siti di interesse nazionale (Sin). I Sin sono vaste aree contaminate individuate dallo Stato per la bonifica ambientale. La competenza, dunque, fa capo al ministero.
Il Sin di Trento nord si estende per 21 ettari: 11 ettari di aree a terra, cioè ex Sloi e Carbochimica, e gli altri 10 ettari di rogge, cioè circa 7 chilometri di canali dove le due fabbriche sversavano i propri reflui. Dallo scorso novembre i terreni sono sotto sequestro. La Procura di Trento ha disposto un sequestro probatorio nell’ambito dell’inchiesta aperta nell’estate 2023 per le ipotesi di inquinamento ambientale e disastro ambientale. I sigilli sono finalizzati alla verifica della propagazione degli inquinanti.
Il caso Sequenza
Una cosa è certa. Gli inquinanti della Sloi sono sconfinati sotto l’area Sequenza, che non è classificata Sin. Questo è il compendio da 2,8 ettari dove il gruppo imprenditoriale Podini (patron del discount Md) ha proposto la realizzazione di sei torri, un nuovo quartiere residenziale. In particolare a novembre 2023 è stata certificata una concentrazione di piombo trietile nella falda di 0,2 microgrammi al litro d’acqua, il doppio del limite di legge, e di sicurezza, di 0,1 microgrammi al litro. Da qui nasce l’appello del sindaco di Trento.
Il gruppo Podini, infatti, ha presentato ricorso contro il Comune affinché emettesse l’ordinanza che impone ai proprietari di Sloi e Carbochimica di effettuare la bonifica dei propri terreni. I proprietari sono riuniti nel Consorzio di bonifica e sviluppo Trento nord: Tim srl di Albertini, Mit srl di Tosolini e Imt srl di Dalle Nogare. Il Comune si è difeso dicendo che spetta al ministero. Per farla breve: si è andati per via legali e il Consiglio di Stato, alla fine, ha accolto il ricorso di Sequenza (il T del 9 giugno). In poche parole, il Comune deve emettere l’ordinanza di messa in sicurezza dell’area Sequenza nei confronti dei proprietari di Sloi e Carbochimica.
L’appello del sindaco
«Dopo un’interlocuzione con la Provincia, abbiamo iniziato a predisporre l’ordinanza, che deve essere emessa entro 90 giorni a partire da giugno — spiega Ianeselli — Intanto, però, abbiamo chiesto un incontro urgente al ministero. Per il momento, infatti, sulle aree inquinate Sloi e Carbochimica si è attivata solo la Procura. Il ministero deve esercitare il proprio ruolo affinché si effettui la bonifica dei terreni». L’incontro servirà, inoltre, a chiarire una volta per tutte la competenza sull’area Sequenza. Perché una delle sentenze dello stesso Consiglio di Stato potrebbe lasciare aperto un altro scenario, quello secondo cui spetta al ministero emettere l’ordinanza.
L’accusa dei No Tav
Intanto il comitato No Tav torna all’attacco. «La catena di controlli sulla aree inquinate di Trento Nord non ha funzionato e non funziona e la assenza di una reale rete di controlli mette la popolazione cittadina in pericolo — si legge in un lungo documento firmato da esponenti No Tav, tra cui Elio Bonfanti — Quello sulla “non competenza” è il leit motiv del sindaco di Trento che pare non sapere che è sua la responsabilità sanitaria nel Comune, mentre l’amministrazione non è dotata di nessuna struttura dedicata alle aree inquinate di Trento Nord (a differenza ad esempio del Comune di Fidenza dove sono circa una decina i dipendenti che operano per disinquinare da piombo e idrocarburi policiclici aromatici un area meno estesa e meno contaminata di quella di Trento)». I No Tav denunciano che «a sud la situazione dell’ ex scalo Filzi testimonia un pesante inquinamento da idrocarburi policiclici aromatici sia in falda che del terreno (su circa 50 carotaggi solo in 6 punti il terreno non supera la contaminazione massima possibile, definita dal Codice dell’ Ambiente, per le aree residenziali ed i parchi) — aggiungono — A sud ovest idrocarburi policiclici aromatici sono stati trovati nel piazzale delle scuole Schmidt. Infine i recentissimi dati forniti da Rfi all’ Osservatorio per l’ambiente e la sicurezza sul lavoro, comparsi sul sito di quest’ultimo il 19 giugno 2024, segnalano una significativa presenza di idrocarburi policiclisi aromatici e di piombo dietile e trietile nel rio Lavisotto», concludono.
Le ricerche
di Redazione
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