Trento
venerdì 5 Luglio, 2024
di Sara Russo
«Siamo come Santiago Nasar, il personaggio di Marquez che, nonostante tutti sapessero che sarebbe stato ucciso, è morto perché nessuno lo ha avvisato -commenta Elio Bonfanti, militante No Tav- Siamo di fronte ad un disastro annunciato». RFI ha presentato il piano di utilizzo dei materiali di scavo di progetto esecutivo-parte A, aggiornato ai sensi dell’articolo 15 del DPR 120/2017, articolo che, però, reca la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo, declassando quindi il materiale inquinato degli scavi per la Tav a semplici rocce e terra. «Con questo nuovo Put cambiano molte cose e in peggio, tanto che noi parliamo di un disastro ambientale annunciato -continua Bonfante- In realtà RFI vuole portare il materiale inquinato nelle discariche individuate per la localizzazione finale dei materiali, in particolare a Camparta si prevede di portare più di un milione di metri cubi di materiale, e poi in Val Camino e sulla sorgente di Acquaviva, dove viene reintrodotto un deposito di un milione di metri cubi di materiale sopra la sorgente, rischiando di farla perdere come sorgente alla città». Un rischio ambientale serio, soprattutto se si tiene conto che la sorgente Acquaviva della Vigolana è l’unica sorgente d’acqua di Trento, infatti, l’altra acqua di cui si rifornisce la città proviene dalle falde sotterranee. «RFI tenta di far passare per rifiuti non pericolosi i rifiuti che vengono dalle aree inquinate, e che invece sono molto pericolosi, non solo perché superano i limiti cancerogeni, ma anche perché sono prodotti che si volatilizzano in area, e che quindi anche solo movimentandoli inquinano», spiega il militante No Tav. Rifiuti, che già a venti gradi sprigionano tossine, lasciati sopra la sorgente di Acquaviva. «Addirittura, pensano di accatastare questi terreni in grandi mucchi da cinquemila metri cubi l’uno e di caratterizzarli poi -continua Bonfanti- Con questa decisione non si capisce se siano degli incompetenti o dei matti, perché operare in questo modo significa disperdere in città l’inquinamento e quindi mettere in pericolo i cittadini». Un piano che cerca di aggirare il problema degli inquinanti senza veramente risolverlo, che cerca di far finta di nulla, di procrastinare un problema serio. «Parlano di terreno non inquinato allo scalo Filzi sotto i cinque metri di profondità, nonostante le analisi delle acque che ci confermano che la falda, così come acque, sono inquinatissime. Di tutto questo, nel Put, non se ne parla -spiega il militante No Tav- Si cerca di fare questo per metterci tutti davanti al fatto compiuto, per superare, con una furbizia, le criticità ambientali, ma questa furbizia vuol dire un disastro annunciato per la città di Trento». Le modifiche al piano in vigore lascerebbero al Ministero soltanto sessanta giorni per richiedere delle integrazioni documentali, trascorso questo lasso di tempo il piano diventerà applicabile. «Per quanto riguarda la vicenda delle rogge di Trento Nord, noi abbiamo forti dubbi che funzioni bene il modo di lavorare in ambiente confinato da parte di Apot, nel senso che, il materiale che viene messo per impedire la risalita dell’inquinamento non funziona come deve -continua Bonfanti- In più sono stati costretti a chiudere le scuole». Zone inquinate, da ipa e piombo, che continuano a instillare forti dubbi nella popolazione. «Si cerca di aggirare il problema per far passare da lì la circonvallazione, la verità è che quelle aree devono essere bonificate -spiega Bonfanti- Il problema della città di Trento non è una circonvallazione, che non serve, ma è invece la bonifica delle aree di Trento Nord, che sta diventando un problema ecologico di grandissima importanza, lo è da anni e lo sta diventando sempre di più, ma gli amministratori fanno finta che non esista. Il Sindaco Ianeselli ha dichiarato che ha parlato con la Provincia per capire cosa si deve fare, ma la Magistratura non ha ordinato nulla alla Provincia -spiega Bonfanti- Il sindaco si deve ricordare che è lui il responsabile sanitario di questo territorio».