Val di Non

domenica 7 Luglio, 2024

Gli Schützen a San Romedio in ricordo del pellegrinaggio hoferiano

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L'assessore Marchiori: "La sfida che abbiamo davanti noi oggi è mantenere vivi identità, tradizione, valori nei quali riconoscersi"

Si è svolto questa mattina presso il Santuario di San Romedio, in Val di Non, il ricordo del pellegrinaggio di Andreas Hofer del 7 luglio 1809, alla vigilia dei combattimenti contro le truppe degli invasori franco-bavaresi, organizzato dalla federazione Schützen del Welschtirol guidata dal landeskommandant Enzo Cestari. Presente alla cerimonia anche l’assessore alle politiche per la casa, patrimonio, demanio e promozione della conoscenza dell’Autonomia Simone Marchiori, che nel suo saluto, ringraziando le autorità intervenute e quanti hanno organizzato la manifestazione, ha sottolineato che l’incontro di oggi rappresenta una testimonianza dell’identità e della storia trentina, ma anche un segno che guarda al futuro.

“La memoria non può essere fine a se stessa o rispolverata un momento e poi dimenticata. Quando Hofer arrivò in questi luoghi per affidarsi a San Romedio, il Santo tirolese che con la sua storia unisce i nostri territori, venne per trovare la forza di affrontare un momento tragico per la nostra terra, assieme a tanti uomini che credevano nella responsabilità di evitare un’invasione. La sfida che abbiamo davanti noi oggi non si combatte con le armi, ma è quella di mantenere viva la nostra identità, la nostra tradizione, i valori nei quali riconoscersi” – ha detto Marchiori. “I monumenti, le tracce della nostra storia, possono testimoniare che il Trentino, il Welschtirol, è qualcosa di diverso, come si vede anche dal medaglione indossato dai sindaci che sono qui, un simbolo che ci unisce al resto del Tirolo storico e ci aiuta a non omologarci. I nuovi Schützen e Marketenderinnen accolti oggi nelle compagnie dimostrano la vitalità del movimento e ci fanno capire che non dobbiamo aver paura dell’avvenire”, ha detto ancora l’assessore.

Alla commemorazione sono intervenuti, fra gli altri, il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini con i consiglieri Walter Kaswalder, Claudio Cia e Paola Demagri, il sindaco di Sanzeno e presidente della Comunità della Val di Non Martin Slaifer Ziller, i sindaci di Predaia Giuliana Cova, di Ville d’Anaunia Samuel Valentini e di Calliano Lorenzo Conci, numerosi amministratori locali e rappresentanti di diverse compagnie Schützen trentine, sudtirolesi e tirolesi e delle associazioni legate alla valorizzazione della storia hoferiana, provenienti da Romano d’Ezzelino e da Mantova. Momento clou della mattinata è stata la S. Messa celebrata dal vicario dell’arcivescovo di Trento don Claudio Ferrari assieme al rettore del Santuario padre Giorgio Silvestri e all’assistente spirituale della Tiroler Schützenbund sudtirolese padre Christoph Waldner, accompagnata dalla musica della Musikkapelle Kalisberg.

Dopo la cerimonia del passaggio in rassegna degli schieramenti da parte delle autorità e il saluto a salve delle compagnie, è stata deposta una corona d’alloro di fronte alla lapide commemorativa del pellegrinaggio e all’immagine di Andreas Hofer, che si trovano all’ingresso del Santuario. Quindi i saluti istituzionali, il giuramento dei nuovi tredici entrati nelle varie compagnie della federazione e, in chiusura della manifestazione, l’esecuzione del Landeshymne.
Andreas Hofer, si recò in pellegrinaggio al santuario di San Romedio il 7 luglio 1809, guidando, si dice, 600 uomini, in parte provenienti dal Welschtirol e dalla Val di Non. La sollevazione hoferiana contro gli occupanti francesi e bavaresi, infatti, si era si riverberata sui territori trentini. Non a caso l’evento di oggi è stato realizzato anche grazie alla collaborazione della Schützenkompanie Nonsberg – Val de Non. Andreas Hofer, del resto, aveva vissuto un periodo in Val di Non e doveva aver visitato il santuario di San Romedio già in giovane età, negli anni di permanenza a Cles in cui aveva lavorato come stalliere per aiutare la sua numerosa famiglia, che aveva perso prematuramente il padre. Di lì si presume una devozione personale al Santo tirolese originario di Thaur presso Innsbruck che intorno al Mille visse come eremita in questi luoghi e a cui oggi è intitolato il Santuario.