cronaca
venerdì 12 Luglio, 2024
di Redazione
C’è anche un trentino tra le sette persone che questa mattina, a Verona, sono state condotte agli arresti domiciliari dopo essersi rese protagoniste di alcuni episodi di violenza e intimidazione a sfondo politico, razziale ed etnica. Si tratta di giovani tra i 20 e i 27 anni.
Sarebbero 29, in totale, le persone gravitanti nell’estrema destra scaligera e indagate nell’ambito di una ampia attività condotta dal Procuratore di Verona Raffaele Tito. Agli indagati sono contestati a vario titolo i reati di lesioni, violenza privata, minacce, danneggiamento pluriaggravati e porto di oggetti atti ad offendere.
Tra gli episodi più significativi di cui si sono resi protagonisti, secondo l’accusa, i sette giovani di estrema destra finiti ai domiciliari ci sarebbero l’aggressione in pieno centro città, contro gli appartenenti a una presunta baby gang, le violenze commesse ai danni di alcuni tifosi marocchini in Corso Porta Nuova nelle fasi finali del campionato di calcio in Qatar e l’agguato messo in atto nel corso della Festa in Rosso a Quinzano del luglio 2023.
Per alcune di queste azioni violente, come nell’episodio contro i tifosi marocchini, il giudice ha riconosciuto anche la connotazione di odio razziale, etnico e religioso delle condotte incriminate. In quella circostanza rimasero coinvolti diversi giovani nordafricani che avevano subito lesioni e danneggiamenti alle vetture sulle quali erano a bordo.
Nel luglio 2023, durante l’annuale “Festa in Rosso” di Quinzano, oltre all’esplosione di un rudimentale ordigno, sono state messe in atto violenze nei confronti dei partecipanti anche con l’uso di bastoni e bottiglie di vetro.
chiesa
di Alberto Folgheraiter
Si tratta di due giovani trentini e di un ragazzo originario dello stato del Minas Gerais, nel sud-est del Brasile. Domani saranno ordinati dal vescovo monsignor Lauro Tisi