Sport
venerdì 12 Luglio, 2024
di Alessio Kaisermann
«Certi errori non li commetterò più, per fortuna è arrivata la Champions a risollevarci e a darci nuovi stimoli».
Si dice sereno, Bruno Da Re, sereno perché la vittoria europea – arrivata all’ultimo istante di una stagione combattutissima e che rischiava di chiudersi con il più classico dei pugni di mosche in mano – ha restituito qualcosa del tantissimo impegno e delle delusioni incassate e che erano, oggettivamente, un po’ troppe.
Il presidente di Trentino Volley è un vincente, insomma, inutile dire altro e un manager del suo calibro non potrebbe mai accettare una stagione senza trofei e – per giunta – anche con una retrocessione come accaduto nel femminile.
Presidente, pensando al femminile, a quali errori commessi si riferisce?
«Al fatto che ho 70 anni di vita, 40 anni di pallavolo e solo 6 mesi di conoscenza della pallavolo femminile».
È mancata l’esperienza, insomma?
«Assolutamente. Non conoscevo quel mondo e non l’ho capito in tempo. Me ne assumo ogni responsabilità, non ho saputo intervenire a dovere, ma la cosa non si ripeterà più. Garantito».
A proposito di femminile, presidente, sorprende un po’ che un coach come Mazzanti abbia scelto di rimanere anche in A2.
«Mazzanti è arrivato sapendo bene che il rischio di retrocedere era altissimo. A lui abbiamo chiesto di aiutarci a intavolare un progetto femminile di lungo corso, non sarebbe cambiato nulla fra A1 e A2, nemmeno il suo stipendio, ed ha accettato. Ora lavoreremo profondamente».
L’obiettivo è tornare quanto prima in A1?
«C’è anche questo, sì, ma non lo vivremo come un’ossessione e soprattutto lo faremo come ho capito che dovrà essere fatto».
Capitolo maschile, presidente. Pochi innesti ma precisi e qualche buon giovane. Quindi?
«Quindi la squadra è buona. Non buona perché chi è arrivato è migliore di chi se n’è andato, piuttosto perché l’ossatura è eccezionalmente cresciuta e perché gli innesti potranno essere utili a proseguire in questa fase di crescita. Abbiamo aggiunto dei mattoncini interessanti per aiutare l’aumento della qualità di gente come Sbertoli, Laurenzano, Michieletto, Lavia, ecc… Questi ragazzi stanno per partire per un’Olimpiade, sono certo che, comunque vada, torneranno migliorati e gente come Flavio e gli altri non faranno che incrementare questa crescita».
A proposito di Olimpiadi, come andrà? Appunto…
«Non lo so. Te la giochi contro i migliori al mondo e all’Italia non è mai andata particolarmente bene. Penso che supereremo il girone, questo sì, poi chissà. La squadra è buona ed in forma, ci vuole bravura ma anche una buona dose di fortuna».
Veniamo a lei, Da Re. Più volte ci ha detto di essere stanco e di essere pronto a passare la mano, ma ora ci parla di una squadra femminile da costruire a modo suo. Questo vuol dire che rimarrà ancora in sella?
«Guardi (ride, ndr) sono stanco ma è anche vero che continuo ad avere una passione smodata per questo sport. È anche vero che mi sono innamorato di Trento e di questa gente. Ripeto, sono stanco, ma ho anche capito che la Trentino Volley ha bisogno ancora di un percorso di crescita per diventare un po’ di più dei trentini, di questo Consiglio di amministrazione e dei nostri soci; oggi questa società è ancora un po’ troppo di Bruno Da Re ed allora bisogna intraprendere un percorso che pian piano (ma neanche troppo, ndr) la porti a reggersi su gambe e su spalle trentine».