L'istruttoria

sabato 13 Luglio, 2024

Richiedenti asilo, l’Autorità anticorruzione richiama la Provincia: «Irregolarità e criticità alla Residenza Fersina»

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Sotto la lente gli affidamenti diretti di appalti alle stesse cooperative e mancanti controlli. Piazza Dante ha un mese di tempo per adeguarsi
Residenza Fersina

Residenza Fersina e gestione del servizio di accoglienza dei richiedenti asilo: emergono «irregolarità, anomalie e criticità». Questo almeno secondo quanto riscontrato dall’Anac, l’Autorità nazionale Anticorruzione, che nell’autunno 2023, in seguito a un esposto su presunte anomalie relative appunto all’affidamento del servizio svolto, ha acceso i riflettori sulla struttura di via al Desert a Trento. Su chi vi opera, sul «ricorso sistematico a procedure negoziate senza bando», sugli «affidamenti diretti di appalti di servizi al di sopra della soglia di rilevanza comunitaria al medesimo operatore economico», per giunta «in assenza di consultazioni o di indagini preliminari di mercato». E ancora sulla stazione appaltante, e cioè la Provincia di Trento, Dipartimento Salute e Politiche sociali. Ed ecco che sono stati riscontrati «significativi profili di anomalia e criticità che si sono protratti per due anni dal 2022 al 2024»: quelli evidenziati dall’Autorità Anticorruzione, al termine di un’accurata istruttoria, e approvati dal Consiglio dell’Autorità con una delibera emessa nei giorni scorsi. Ora la Provincia, che aveva già presentato memorie e documenti, ha 30 giorni di tempo per adeguarsi alle indicazioni dell’Autorità Anticorruzione. Nel frattempo, gli atti sono stati trasmessi al Commissario del Governo e al Ministero dell’Interno, oltre alla cooperativa interessata.
Le violazioni contestate
In sintesi, è risultato che il servizio di accoglienza è stato «ripetutamente affidato alla Cooperativa Kaleidoscopio», ricorrendo a una procedura negoziata senza pubblicazione di un bando di gara, anche quando non c’era più «una situazione di estrema urgenza», circostanza questa che giustificherebbe il tipo di procedura. Ma anche in quel caso, sottolinea l’Anac, «l’affidamento non può essere effettuato senza operare una previa indagine di mercato», per verificare se vi siano operatori economici interessati, e individuare così quello «in grado di offrire il servizio a condizioni più vantaggiose». Ma non è stato fatto e questo ha comportato la «violazione del Codice degli appalti e dei principi di trasparenza, concorrenza e rotazione». Da sottolineare come nel caso di procedura negoziata, da utilizzare solo nei casi tassativamente previsti dalla norma, la determina a contrarre deve contenere una «puntuale e specifica motivazione» in merito ai presupposti e alle «modalità di selezione del contraente». E anche su questo fronte si riscontrano carenze.
Affidamenti senza gara
Insomma, in questi anni l’accoglienza dei richiedenti protezione temporanea e internazionale è stata gestita dalla Provincia attraverso «veri e propri affidamenti diretti di appalti di servizi di valore al di sopra delle soglie di rilevanza comunitaria»: da poco più di 900mila per il periodo gennaio 2022-febbraio 2023 ai quasi 2,6 milioni di euro per il 2024. Anche per quest’anno infatti l’affidamento è avvenuto in forma diretta e «in assenza di riferimenti alla normativa o ai principi in materia di appalti pubblici». Quanto poi alla «verifica sulla sussistenza e sulla permanenza, in capo all’appaltatore, dei requisiti generali» è stata fatta sì, in sede di stipula dei contratti. Peccato che la stipula «risulta avvenuta a molti mesi di distanza dall’affidamento, a prestazioni già concluse o quasi ultimate» scrive l’Anac.
Alcuna indagine di mercato
C’è poi l’«assenza di una verifica da parte della stazione appaltante» della «disponibilità di altri operatori economici oltre alla coop Keleidoscopio a partecipare alla procedura, in quel momento e a quelle condizioni». Per Anac non ci sono «idonei riscontri» sul fatto che Croce Rossa e Kaleidoscopio sarebbero stati «gli unici operatori idonei presenti sul territorio provinciale».
«Mancati controlli»
E poi c’è il nodo verifiche. Anac contesta «mancati controlli sui requisiti di idoneità professionale, capacità economica, finanziaria e tecnica ed elevati profili di criticità nella gestione dei subappalti». E, altro, «non è stato nominato il Direttore dell’esecuzione, in violazione del decreto ministeriale».