le storie
sabato 20 Luglio, 2024
di Daniele Benfanti
Ci siamo: venerdì prossimo, 26 luglio, scatta l’edizione numero 33 delle Olimpiadi moderne. Parigi è pronta ad accogliere gli atleti di tutto il mondo. Nella pattuglia azzurra ci sono tredici trentini. Cinque di loro sono velisti: Ruggero Tita, col suo oro conquistato a Tokyo nella categoria Nacra 17 foiling , Giorgia Bertuzzi, Nicolò Renna, Chiara Benini Filippi, Lorenzo Brando Chiavarini. E poi i pallavolisti Alessandro Michieletto e Gianluca Galassi in campo maschile e Francesca Bosio in quello femminile, i mezzofondisti Yeman Crippa e Nadia Battocletti, la ciclista Letizia Paternoster, il triatleta Gianluca Pozzatti. Sul sito del Coni gli atleti trentini appaiono solo nel numero di 8, perché i partecipanti italiani alle Olimpiadi sono stati divisi per regione in ragione del luogo di nascita. Paola Mora, presidente del Coni Trentino, ha subito dichiarato, all’ufficializzazione delle convocazioni: «Se ognuna delle oltre cento province italiane mandasse a Parigi dieci atleti, la nostra pattuglia in gara sarebbe di oltre mille persone». Gli azzurri a queste Olimpiadi saranno 403. Ma a Parigi, dalle prossime ore, ci saranno, in veste olimpica, ma non da atleti, anche altri due giovani trentini. Che hanno, ovviamente, lo sport nel sangue, ma che saranno nella capitale francese per lavoro. Con il Coni. Si tratta di Letizia Volta, di Pinzolo, classe 1984, e di Francesco Mazzoldi, torbolano doc, classe 1989. Entrambi solidamente avviati in una carriera di marketing dello sport per quanto riguarda Letizia e di comunicazione dello sport nel caso di Francesco.
Letizia, manager dello sport olimpico
Letizia Volta dopo la laurea in architettura allo Iuav di Venezia ha lavorato nella segreteria del Comitato della 3Tre a Madonna di Campiglio per sette anni. «La gara di sci di casa mia ha un fascino speciale, il Canalone Miramonti è un pezzo di storia dello sci». Nel 2013 ha fatto esperienza nello staff delle Universiadi ospitate dal Trentino. Ed è sportiva in prima persona: «Sì, sono istruttrice di snowboard, pratico sci, tennis e vela». Al suo attivo Letizia ha anche un master, in Design per la montagna: «A dispetto del nome – precisa – non progetto rifugi. Il master ti prepara alla valorizzazione delle attività in montagna, a calcolare l’impatto ambientale, economico dei grandi eventi sportivi in montagna, a capire quanto valore viene generato». A Parigi Letizia arriverà martedì prossimo: per il Coni lavorerò nell’area marketing. «Mi occuperò dell’hospitality ufficiale del Coni, dei rapporti con gli sponsor, con le istituzioni». A Roma Letizia Volta sta seguendo un corso di specializzazione dell’Alta scuola olimpica del Coni «Giulio Onesti», che ha l’obiettivo di creare figure professionali che diventino manager dello sport olimpico: «Le materie principali – spiega Letizia – sono marketing, gestione, grandi eventi, innovazione, contrattualistica, aspetti legali, finanza». Al corso (aperto a laureati) erano ammessi in 22 (11 uomini, 11 donne): i candidati erano una novantina. Una quota di iscritti è riservata a ex atleti: «Con me studiano Matteo Castaldo, che ha vinto due bronzi olimpici a Rio e Tokyo nel canottaggio, e Marco Belotti, ex nuotatore, che ha vinto un oro europeo e un argento mondiale». Tra i temi di cui si occupa un manager dello sport olimpico c’è anche la sostenibilità ambientale: «Il Coni ha firmato un protocollo con il Ministero dell’Ambiente per un progetto sulla sostenibilità ambientale dei grandi eventi: io mi occupo del progetto pilota che riguarda i parametri e il monitoraggio a posteriori sulla base dei princìpi dell’Agenda 2030 e dell’impatto carbonico». Ma cosa si augura, Letizia, per Parigi 2024? «Ovviamente di vedere vincere i nostri atleti e le nostre atlete, ma credo che vincerà come sempre lo stile italiano, oltre ai valori olimpici». Un atleta preferito, che Letizia seguirà con maggiore attenzione? «Il nostro Yeman Crippa, sicuramente. Qualche gara dovrei riuscire a vederla». E poi, per il futuro? «Poi la grande sfida saranno le Olimpiadi invernali del 2026 di Milano–Cortina, che coinvolgeranno anche il Trentino. Sarà incredibile occuparsi di Olimpiadi in casa nostra».
Francesco, comunicazione a cinque cerchi
Dal Circolo Vela Torbole alle Olimpiadi. Ne ha già tre alle spalle, Francesco Mazzoldi, torbolano, classe 1989, dipendente del Coni a Roma dal 2017. «Pyeongchang 2018, Tokyo 2020 (slittata al 2021), Pechino 2022: sì, ho partecipato come addetto alla comunicazione del Coni per gli atleti azzurri già a tre Olimpiadi (due invernali e una estiva) e Parigi sarà la mia quarta» spiega Francesco. Prima di aggiungere, divertito: «Finalmente torniamo in Europa. Almeno questa volta non ci sarà il problema del fuso orario». Che per chi fa comunicazione verso un paese in cui magari è notte fonda quando si vince un oro, può rappresentare una piccola difficoltà. E poi, «dopo Tokyo e Pechino, sarà la prima Olimpiade libera dalla pandemia». Anche il suo percorso parte da una passione sportiva che poi lo ha portato ad abbracciare il mondo della comunicazione e i grandissimi eventi sportivi. Prima una laurea in economia aziendale, poi i corsi al Coni di Roma in gestione degli eventi sportivi olimpici. Ma tutto è partito dalla sua passione per la vela e dalla sua attività al Circolo Vela Torbole: «Facevo gare, ho fatto regate anche contro Ruggero Tita. Quando a Tokyo nel 2021 ha vinto, sono stato uno dei primi a bordo delle acque di gara ad abbracciarlo. Già da giovane avevo iniziato a fare qualche comunicato per il Circolo, a gestire i primi social». E la vela sarà la principale ambasciatrice della trentinità alle prossime Olimpiadi: «Sembra un paradosso. Per anni girando il mondo quando dicevo che ero trentino mi associavano allo sci, non certo alla vela». Oggi Francesco è riuscito a combinare le sue due grandi passioni: sport e comunicazione. «A Parigi mi occuperò dei rapporti tra gli atleti e le atlete dell’Italia e i media nazionali e internazionali accreditati. Cosa mi piace di più delle Olimpiadi? La risonanza che hanno: tutti gli sport acquistano pari dignità». Prima delle Olimpiadi c’è un grande lavoro meno visibile: «Il nostro ufficio comunicazione raccoglie le statistiche e le biografie di ogni atleta. Il nostro compito alle Olimpiadi, nei giorni di gara, è anche validarle». Ma una sbirciatina alle gare di vela, Francesco riuscirà a darla? «Difficile, sono a Parigi e la vela si disputa a Marsiglia…». La soddisfazione più grande di questi anni? «Sono partito come esperto di vela e adesso mi occupo di tutti gli sport. Non dico che sono diventato un tuttologo, ma mi sono appassionato a ogni disciplina. In ognuna c’è qualcosa di bello e interessante. È la forza dello sport. E poi mi piace poter vedere il dietro le quinte di questi grandi eventi». E non a caso anche Francesco Mazzoldi, oltre alla vela, ha altre passioni sportive che da buon trentino pratica in prima persona: «Sì, mountain bike, corsa, windsfur e snowboard».
Aspettiamo, dunque, il 12 agosto, la fine delle Olimpiadi di Parigi, per farci raccontare le emozioni vissute da chi, pur non scendendo in campo, in vasca o in pista, ha vissuto le Olimpiadi da dentro, portando un pezzetto di Trentino nell’organizzazione e nella gestione del più grand evento sportivo al mondo.
L'intervista
di Benedetta Centin
L'11 gennaio scorso l'operatrice olistica fu uccisa dall'ex compagno Igor Moser, padre dei suoi figli. «Non ci disse nulla per proteggerci. L'omicida? Rabbia»