la storia

lunedì 22 Luglio, 2024

Dalla banda di Mezzolombardo all’orchestra di Zagabria, Andrea Pedron: «Il mio sogno? Fare gruppo suonando»

di

Il percussionista rotaliano si è diplomato con lode a Bolzano. Nel suo palmares master con Gianmaria Romanenghi e Ivana Bilić

C’è anche un po’ di Rotaliana nell’orchestra dell’opera di Zagabria. Andrea Pedron, classe 1991, mamma «forcolota» (di Mezzolombardo), papà «brisacrist» (di Mezzocorona), da sei mesi è membro effettivo di una delle più importanti orchestre della Croazia. Diplomato in percussioni «con lode» nel 2016 a Bolzano, Conservatorio Monteverdi, dove ha studiato sotto la guida di Gianmaria Romanenghi, Pedron si trasferì successivamente a Zagabria per perfezionare gli studi con Ivana Bilić. Al termine del master croato, nel 2021 arrivò l’inserimento nell’orchestra dell’opera della città croata come aggiunto. Quindi, dopo ben quattro concorsi, l’assunzione come percussionista effettivo. La determinazione non è mancata.
«Dopo il master – sottolinea Pedron – è arrivato il periodo dei concorsi, sia in Italia che all’estero, e ne ho fatti parecchi. Il mio desiderio era di essere membro effettivo di un’orchestra e dopo quattro anni ci sono riuscito. Non è stato facile ma la perseveranza paga».
Com’è suonare in un’orchestra così importante?
«Sicuramente è motivo di orgoglio. Nell’opera le percussioni hanno un ruolo particolare. Non sono mai predominanti ma servono a dare colore agli eventi sul palco. Contribuire a dare il giusto tono musicale a quello che accade in scena è gratificante e appagante».
Quando ha avuto inizio la passione per la musica?
«Suono da quando avevo sette anni, quando chiesi ai miei genitori di iscrivermi alla Scuola Musicale Guido Gallo di Mezzolombardo. Inizialmente ho studiato per due anni pianoforte, quindi mi proposero di passare alle percussioni perché c’era la possibilità di suonare con la banda, ovvero in gruppo con altri musicisti. Era quello che desideravo: fare gruppo suonando».
Quando arrivò la decisione di iscriversi al conservatorio?
«Avevo 17 anni, avevo suonato per un po’ di tempo prima con la banda di Mezzolombardo e poi con quella di Mezzocorona, suonavo saltuariamente la batteria con i miei amici, avevo voglia di mettermi alla prova e decisi di provare l’ammissione al conservatorio. Mi presero subito e incominciai a immergermi con passione e dedizione nel vasto mondo delle percussioni, studiando non solo solo tamburi e batteria, ma tutta una grande famiglia di strumenti tra i quali marimba, xilofono, vibrafono, glockenspiel e molto altro».
Oltre all’orchestra, quali sono i progetti?
«Quest’estate, con il mio primo insegnante alla Scuola Gallo, Roberto Pangrazzi, che oggi insegna percussioni nel conservatorio Bomporti di Trento, siamo riusciti a organizzare quattro concerti qui in Trentino. Due li abbiamo già fatti, uno a Cavalese e uno a Mezzolombardo. I prossimi due saranno il 24 luglio a Calceranica e il 5 agosto a Monclassico. Oltre all’aspetto musicale c’è l’amicizia, quindi spero ci sarà occasione di continuare questo progetto musicale a lungo».