Le stime
venerdì 26 Luglio, 2024
di Redazione
Un team di ricercatori e ricercatrici dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Rovereto, coordinato da Alessandro Gozzi e in collaborazione con le Università di Trento e di Pisa, ha identificato un meccanismo biologico in modelli preclinici che spiegherebbe perché l’autismo si riscontra più frequentemente in individui di sesso maschile. Una ricerca che fornisce nuove importanti informazioni per la ricerca sull’autismo mettendo in evidenza meccanismi biologici che contribuiscono a questa preferenza di genere. Ma cos’è l’autismo? I disturbi dello spettro autistico sono un insieme diverso di disturbi del neurosviluppo. Un gruppo eterogeneo caratterizzato da deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale in molteplici contesti e tipi di comportamento. In Italia si stima che circa 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenti un disturbo dello spettro autistico con una prevalenza nei maschi 4,4 volte superiore rispetto alle femmine. Il team di ricercatori ha identificato un nuovo meccanismo biologico legato al gene Ube3a, noto alla comunità scientifica per codificare un enzima chiave nel processo di degradazione delle proteine. Le persone con una diagnosi di autismo spesso presentano sovraespressione cromosomica di questo gene e circa l’1-2% dei casi totali di autismo è associato a questo tipo di alterazione genetica. In questo studio, i ricercatori hanno dimostrato come la sovraespressione di Ube3a, in presenza di ormoni sessuali maschili, attivi un meccanismo di disregolazione a cascata di centinaia di geni chiave coinvolti nell’autismo, paragonabile al knockout genico. Il team multidisciplinare ha condotto analisi su un modello con sovraespressione del gene Ube3a. Sono stati utilizzati test comportamentali e studi di mappatura cerebrale non invasiva tramite risonanza magnetica. Grazie a questo i ricercatori hanno individuato che nel campione composto da maschi e femmine, solo i maschi manifestavano stereotipie comportamentali e alterazioni nella connettività cerebrale riconducibili allo spettro dell’autismo. Questo dato suggerisce che la maggiore prevalenza di autismo in individui di sesso maschile è determinata da meccanismi genetici sesso dipendenti. «Il nostro studio dimostra quello che si sospettava da tempo: ovvero che meccanismi genetici controllati dagli ormoni sessuali contribuiscono in modo fondamentale allo squilibrio diagnostico tra maschi e femmine che si osserva nell’autismo – ha dichiarato Alessandro Gozzi, coordinatore dello studio- La sfida è ora capire quanti e quali altri meccanismi contribuiscono alla prevalenza di genere in autismo». «Questo risultato rappresenta un passo avanti verso la comprensione del complesso puzzle genetico che si cela dietro l’autismo» spiega Michael Lombardo, ricercatore coinvolto nello studio.