Il sesto cerchio

venerdì 26 Luglio, 2024

Nonna Derna e il ballo con Weissmüller

di

Il diario da Parigi di un ricercatore della Fbk che racconta i Giochi e la frenetica vita della capitale francese

C’era una valigia di memorabilia, nella casa dei miei genitori e di noi loro figli, che poi era anche quella dei nonni paterni. La valigia conteneva ricordi della breve carriera sportiva della nostra nonna, Derna Polazzo. Classe 1912, aveva partecipato ai Giochi Olimpici di Amsterdam 1928, correndo i 100 metri e la staffetta 4×100, in terza frazione. Nonna Derna era un’atleta coi fiocchi: proprio nel 1928 aveva stabilito il record italiano del salto in lungo (prima donna del Regno a superare i 5 metri) e avrebbe partecipato alla partita d’esordio della nazionale femminile di pallacanestro, a Nizza nel 1930. Ai Giochi non saltò in lungo perché, mi raccontava, aveva dovuto scegliere una sola disciplina. Poi tutto si fermò, perché il segno dei tempi – concretizzato nell’opinione di nonno Giorgio – indusse Derna a ritirarsi, neppure ventenne, per dedicarsi ad altro: suonare il pianoforte, badare alla famiglia… cose così. Lei non mi descrisse mai questa decisone come un sacrificio, e a leggere gli articoli presenti in quella valigia si ripete il punto di vista di una scelta ovvia e razionale. Il sentire mio di bambino, poi di ragazzo e di adulto non è mai riuscito a considerarla tale. La valigia conteneva anche il menù della cena di gala d’inizio Giochi, in coda alla quale nonna, sedicenne, ballò con Johnny Weissmüller, la stella dell’epoca che quattro anni prima aveva vinto tre ori nel nuoto e due ne avrebbe vinti ad Amsterdam. Lui avrebbe poi interrotto la propria carriera sportiva non per rispondere a traballanti convenzioni sociali, ma per intraprenderne un’altra, quella cinematografica, con un enorme successo ottenuto soprattutto nel recitare il ruolo di Tarzan.

Io atleta di spicco non lo sono mai stato, eppure questa è la mia terza Olimpiade, da spettatore. Ve la racconterò, giorno per giorno, scegliendo i punti di vista che Parigi mi suggerirà dai suoi boulevard, dalla sua metropolitana, dai suoi stadi e dalle sue piscine; con il ricordo sempre vivo di quella valigia.