L'analisi
domenica 28 Luglio, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
Colpi di scena, tensioni (anche all’interno della maggioranza) e difficili mediazioni. Sono state ore concitate quelle che hanno preceduto l’approvazione dell’assestamento da parte del consiglio provinciale. Solo dopo l’una di notte di ieri è arrivato il via libera alla manovra, che stanzia ulteriori risorse sul bilancio di Piazza Dante: oltre 1 miliardo di euro tra cui 400 milioni per il nuovo ospedale e altre centinaia di milioni per gli aumenti stipendiali dei 40mila dipendenti pubblici (sopra, nel grafico, tutte le principali misure). Al termine di una trattativa durata oltre 20 ore, le minoranze sono riuscite a far eliminare la norma che avrebbe permesso in futuro di incrementare le indennità di giunta, quelle dei componenti della Camera di commercio e quelle delle società partecipate.
Il colpo di scena
Le opposizioni si erano presentate armate di 18mila emendamenti ostruzionistici a questa tornata consiliare, iniziata lunedì scorso. La discussione sulla manovra si è aperta mercoledì. Ma le vere trattative sono partite nel pomeriggio di giovedì e sono andate avanti fino a qualche ora prima dell’approvazione del disegno di legge. Alle 22.30 di venerdì sembrava che l’intesa fosse stata raggiunta, e invece si è materializzato un colpo di scena.
Concluse le mediazioni, i consiglieri sono tornati in Aula. Il primo a prendere la parola è stato Achille Spinelli, che ha elencato gli emendamenti di iniziativa della giunta sottoposti al voto. Ecco il colpo di scena: nella lista c’erano anche i due emendamenti sulle indennità. Le minoranze erano convinte che l’accordo chiuso pochi minuti prima contemplasse l’eliminazione di tutta la partita «indennità», non solo quella contenuta nel tanto discusso articolo 10 del disegno di legge, ma anche quella contenuta negli emendamenti connessi allo stesso articolo. «Questa è una presa in giro», hanno tuonato dai banchi dell’opposizione.
Gli animi si sono scaldati. Il governatore Maurizio Fugatti si è alzato in piedi: «Gli emendamenti non si ritirano». A quel punto le minoranze hanno minacciato di riabilitare il muro ostruzionistico: in tal caso la votazione sarebbe andata avanti fino a venerdì prossimo. La consigliera leghista Stefania Segnana non si è fatta spaventare: «Andiamo avanti a oltranza». È intervenuto allora l’assessore Mario Tonina a mediare. Il presidente del consiglio Claudio Soini ha sospeso i lavori per un ultimo confronto interno alla maggioranza. Una fronda voleva andare allo scontro con le opposizioni: dall’assessora Francesca Gerosa a Segnana, da Claudio Cia (Misto) a Luca Guglielmi (Misto). Alla fine, alle 23.10, la giunta ha deciso di percorrere la strada dell’intesa e ha cancellato l’intero articolo 10, compresi gli emendamenti. Quindi, non sono saltate solo le indennità, ma è stato eliminato anche l’abbassamento degli anni del cosiddetto «pantouflage», conosciuto anche come «porte girevoli». Rientrati in Aula, l’assessore Tonina, esausto dopo il lungo lavoro di mediazione, sia con le minoranze sia all’interno della stessa maggioranza, ha salutato i colleghi e, in accordo con Fugatti, è tornato a casa per riposare.
Il colpo di scena è stato liquidato come «un malinteso» dalla maggioranza, che ieri mattina ha organizzato una conferenza stampa con i capigruppo. «Su alcune specifiche non c’è stata comprensione e quindi, dopo un confronto proficuo con le minoranze, si è deciso di abrogare in toto», ha spiegato Mirko Bisesti (Lega).
Hotel a 5 stelle, via libera
È passato, invece, l’altro articolo oggetto di scontro (il 43), quello che permette di individuare aree agricole secondarie per la realizzazione di alberghi di alto livello e che attribuisce una corsia preferenziale alla trasformazione degli alberghi dismessi da 1 anno. In questi casi le minoranze hanno ottenuto solo due garanzie: che gli alberghi a 5 stelle possano essere realizzati solo nelle aree limitrofe ai centri abitati e che gli alberghi dismessi possano essere convertiti solo in residenze per prima casa. Su questo articolo, però, si è consumato uno scontro interno alla maggioranza. La consigliera Maria Bosin (Patt), infatti, si è vista rigettare la proposta di alzare il vincolo annuale di inutilizzo delle strutture ricettive da 1 a 5 anni. Quando lo ha saputo, nel tardo pomeriggio, l’ex sindaca di Predazzo ha manifestato la sua contrarietà anche con una forte reazione emotiva, palpabile per chi in quel momento si trovava nei paraggi. La giunta, però, aveva già deciso.
«Maggioranza compatta»
Infine, alle 01.17, il consiglio provinciale ha approvato l’assestamento con 20 voti favorevoli e 14 contrari. La seduta si è chiusa dieci minuti dopo con l’approvazione del documento di economia e finanza. La manovra è legge. «Le minoranze si sono concentrate solo su due articoli, questo fa capire quanto c’è di buono in questa manovra», ha commentato Bisesti. Gli ha fatto eco Antonella Brunet (Lista Fugatti presidente): «Abbiamo già programmato il rinnovo del contratto del pubblico impiego 2025-2027: una scelta epocale». Walter Kaswalder (Patt) ha parlato di un «assestamento equilibrato». Daniele Biada (Fratelli d’Italia) e Claudio Cia (Misto) hanno sottolineato la «compattezza» della maggioranza. Mentre Luca Guglielmi (Fassa) ha stigmatizzato l’atteggiamento della minoranza, «che non voleva sedersi al tavolo con un ruolo proattivo».