il sesto cerchio

martedì 30 Luglio, 2024

Plongeon, lo spettacolo di Daley: il diario dalle Olimpiadi di Parigi

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La cronaca dei Giochi di un ricercatore della Fbk che racconta la frenetica vita della capitale francese

Il malato di sport sa di doversi aprire al contagio. Diversamente da quello dell’influenza, il virus sportivo arricchisce chi lo riceve. Mia figlia Mateja è interessata ad alcune competizioni che io considero meno di altre: i tuffi, per esempio; in francese si dice plongeon. Volevo proprio assecondare questa sua passione, il problema è trovare i biglietti. Funziona così: il giorno prima di un evento, talvolta le ore prima, ci sono delle rivendite sul sito ufficiale. E io ci provo, in maniera compulsiva, ma niente: plongeon è sempre cosa esaurita. Ci provo anche il mattino stesso della gara e succede il miracolo: ci sono due biglietti due, usciti da chissà dove e a prezzi accettabili per la piattaforma sincro. Li compro! Serve una parentesi: si acquista solo online, non si stampa nulla, non esistono bagarini. Parentesi chiusa. Il sito si blocca, lo riavvio, i biglietti sono rimasti nel carrello. La carta di credito non funziona, riprovo, si sblocca, è fatta. Sveglio Mateja, pensa che lo abbia fatto perché guardi i tuffi in tv. Invece no, li vediamo dal vivo. Bisogna fare in fretta e correre a prendere la metro. Ora siamo qui, all’interno del centro acquatico, nell’attesa che si tuffino, in coppia, da dieci metri. I giudici valuteranno esecuzione del tuffo e sincronizzazione tra gli atleti.
Mentre facevamo la fila all’ingresso, ho visto uno spettatore come noi vivere il mio incubo ricorrente: ha sbagliato piscina. Aveva i biglietti del nuoto, che è lontano da qui, un’ora di strada; molta solidarietà.
Il contagio è stato virtuoso, la gara bellissima e coinvolgente. Per questo il mio atleta del giorno è Thomas Daley, tuffatore inglese trentenne, che partecipando alla sua quinta Olimpiade (sì, avete fatto bene i conti; la prima la disputò quattordicenne) ha vinto la medaglia d’argento, assieme a Noah Williams. Quello che induce a scegliere Daley è avere visto e sentito quanto sia amato dal pubblico, quanto con la sua gentilezza fatta di sorrisi e saluti questo affetto lui lo sappia ricambiare. La storia di Daley è davvero una storia che conta, cercatela, se non la conoscete; magari lo avete visto ripreso dalle telecamere, mentre sferruzza a maglia sugli spalti tifando per i colleghi nuotatori. Scritto questo, non sarebbe giusto mancare di menzionare i campioni olimpici: Junjie Lian e Hao Yang, che tuffandosi da dieci metri non fanno neppure gli schizzi.