Proteste
sabato 3 Agosto, 2024
di Redazione
Cala il sipario sul gruppo Facebook «Giù le mani dal Lagorai!». Lo ha annunciato lo stesso amministratore, Alessandro Ghezzer, con un post pubblicato nella tarda mattinata del primo giorno di agosto. Ghezzer ritiene esaurito il compito della comunità digitale – che ormai sfiora i 16mila seguaci – e, anzi, paventa il rischio che la prosecuzione dell’attività del gruppo Facebook possa ottenere un effetto contrario – attrarre frotte di turisti – alla missione che si era dato inizialmente. Una considerazione che nasce dal fatto che «Giù le mani dal Lagorai!» è diventato sempre più un luogo virtuale dove scambiarsi informazioni sulle escursioni nella meravigliosa catena e non lo spazio dove affrontare i temi di tutela di quella fetta di Trentino. «Giù le mani dal Lagorai!» è nato nel settembre del 2018 con il chiaro intento di fermare, o quantomeno arginare il progetto «Translagorai» e in particolare la trasformazione di Malga Lagorai in un ristorante con una ventina di posti letto. Una battaglia, quest’ultima, che è stata sostanzialmente vinta. In questi anni il gruppo Facebook ha continuato a veicolare una grande quantità di informazioni puntuali sull’evolversi della situazione, animando il dibattito sul futuro della catena montuosa, uno dei pochi angoli di Trentino preservato dal turismo di massa, anche e soprattutto grazie alla scarsa presenza di strutture ricettive. «Lo annuncio con rammarico ma, dopo sei anni, ha esaurito la sua funzione originaria, che era quella di difendere il Lagorai dalla speculazione del progetto Provincia-Sat denominato “Translagorai” che voleva trasformare le malghe in ristoranti. In nessun altro sito – scrive con orgoglio Ghezzer – avete potuto trovare, credo, tutte le info utili e puntuali sul nefasto progetto».
«Siamo forse riusciti a salvare Malga Lagorai ma sostanzialmente i “valorizzatori”, per tutto il resto del progetto, hanno fatto quello che hanno voluto, sia pure con molte più resistenze e difficoltà di quelle che avevano forse immaginato», ha continuato l’amministratore del gruppo. Lo stesso Ghezzer ricorda poi la causa per diffamazione in cui è stato trascinato per quattro anni, risolta però a favore dello stesso fondatore di «Giù le mani dal Lagorai!».
«Oggi purtroppo vedo poca o nulla partecipazione riguardo la difesa ambientale del Lagorai, che evidentemente interessa a pochi. Ormai il gruppo è diventato una sorta di vetrina per le escursioni. Così – prosegue Alessandro Ghezzer – si rischia paradossalmente di ottenere l’effetto opposto a quello prefissato, ovvero una frequentazione di massa invece che di tutela e difesa». A seguire, decine di post di ringraziamento. Sipario.
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