Giustizia
sabato 3 Agosto, 2024
di Denise Rocca
I fatti sono accaduti lo scorso giugno, in un’azienda della Vallagarina: un operaio di 59 anni ha perso due dita mentre lavorava ad un macchinario, un mescolatore che lo ha privato del pollice, la parte distale del primo metacarpo, e dell’indice della mano destra. Ora a distanza di poco più di un anno le indagini dell’Uopsal (Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) e dei carabinieri hanno portato a multare l’azienda per la mancanza dei necessari dispositivi di sicurezza: in buona sostanza non c’era alcun riparo che impedisse l’apertura dello sportello del macchinario che era privo anche di un meccanismo di arresto di emergenza. Fin qui è tutto chiaro, ma a questi rilievi che evidenziano come qualcosa effettivamente nel sistema di sicurezza dell’azienda non abbia funzionato, non è però seguito un procedimento penale per stabilire le responsabilità del datore di lavoro. Questa la pietra dello scandalo che ha generato la reazione del sindacato, la Cgil, che assiste l’operaio infortunato: la procura di Rovereto, sulla base delle indagini condotte da Uopsal, non ha ritenuto l’azienda responsabile del grave infortunio di cui è stato vittima l’operaio. La procura non ha infatti ritenuto che vi fosse notizia di reato, quindi non ci sarà nessun processo penale a meno che l’operaio decida di far riaprire le indagini presentando una querela.
Un caso emblematico
Al di là di come questa vicenda singola andrà avanti, la Cgil guarda al quadro complessivo della situazione e a cosa significa, per la trattazione degli infortuni sul lavoro, l’applicazione di un principio per cui nonostante vi siano delle irregolarità riconosciute, la responsabilità dell’infortunio viene attribuita all’operaio. «Incoerente e inspiegabile» definisce la conclusione la Cgil: «È incomprensibile la posizione di Uopsal che pur multando con un verbale dettagliato il datore di lavoro, non riconosce nessun nesso causale tra le omissioni del datore e l’infortunio e fa addirittura ricadere la responsabilità sull’operaio – sottolinea Manuela Faggioni, della Cgil del Trentino – Il tutto anche se la giurisprudenza prevede che in assenza di dispositivi di sicurezza o di macchinari non a norma la responsabilità è sempre del datore di lavoro, anche di fronte ad una possibile leggerezza del lavoratore». Una nota di Uopsal, in risposta al sindacato, precisa: «L’obiettivo del nostro intervento è quello di raccogliere tutti gli elementi utili all’indagine da parte della Procura e fornire le considerazioni tecniche sulla dinamica e su eventuali violazioni presenti che possono o meno aver contribuito all’accadimento dell’evento. Il nostro obiettivo è perseguire obiettivi di prevenzione, lasciando il giudizio agli organi inquirenti su eventuali responsabilità. Nel caso specifico è stato possibile sanare una situazione pericolosa che avrebbe potuto causare altri infortuni e quindi riteniamo che i nostri ispettori abbiano egregiamente svolto il loro compito». La Cgil ha annunciato che è pronta a fare ricorso.
Caso simile diverso epilogo
I sindacati parlano anche di «incoerenza» guardando ad un altro grave infortunio sul lavoro, accaduto in Vallarsa dove un’operaia di 22 anni era rimasta incastrata con un braccio in un macchinario per distendere la pelle, in una conceria. Stesso ispettorato Uopsal, stessa procura, quella di Rovereto, ma conclusioni diverse: tanto che è stato aperto un procedimento penale nei confronti del rappresentante legale dell’azienda. «Un caso molto simile nelle dinamiche – spiega Cgil – quello della conceria di S.Anna in Vallarsa, nel quale Uopsal aveva tenuto una posizione diversa e sicuramente più coerente individuando nel datore di lavoro la responsabilità».
Contributi provinciali selettivi
«Quando parliamo di prevenzione intendiamo anche questo: non denunciare le criticità, valutare in modo non sufficientemente approfondito le situazioni non contribuisce a prevenire i rischi, al contrario avvalla una cultura che si nutre di atteggiamenti e fatti che sminuiscono pericoli e i potenziali danni». Cgil torna a ribadire la necessità di maggiore rigore e di una prevenzione più efficace. «La Provincia – conclude Faggioni – potrebbe usare lo strumento dei contributi selettivi per incentivare le aziende a mettersi a norma e rispettare le regole sulla sicurezza. Fino a quando, invece, gli sgravi fiscali andranno anche ad aziende inadempienti la sicurezza continuerà ad essere percepita come un costo da comprimere il più possibile».
l'incidente
di Davide Orsato e Donatello Baldo
Il funzionario trovato incosciente. Ora è in prognosi riservata, giunta in apprensione. Con tutta probabilità, è stato vittima di un malore mentre saliva la provinciale 8 della val dei Mocheni