Ambiente
lunedì 5 Agosto, 2024
di Samanta Deflorian
Durante l’ultima variazione di bilancio di previsione la giunta comunale di Ville di Fiemme ha approvato all’unanimità un nuovo capitolo di 50.000 euro in previsione di alcuni interventi di manutenzione al laghetto naturale di Passo Lavazè. Lo specchio d’acqua che accoglie i visitatori dell’Altopiano di Lavazè a quota 1800 metri, si sta progressivamente «chiudendo», cioè sta diventando sempre più uno stagno, caratterizzato dalla presenza di alghe e vegetazione invasiva. Questo è un fenomeno naturale per un lago con le sue caratteristiche, cioè con un bacino idrografico che lo alimenta molto limitato e privo di sorgenti o corsi d’acqua permanenti. Certo è che fattori come l’andamento climatico e le temperature alte accelerano questo processo. Niente di grave dal punto di vista naturalistico, anzi, va detto che le alghe che stanno colonizzando il lago prolificano solo in contesti particolarmente puri e sono indice di qualità dell’acqua. Il problema è principalmente «estetico» data la forte valenza turistica del bacino: attorno alle sue sponde si snoda una piacevole passeggiata e in estate è famoso per la pratica della pesca sportiva. In inverno la sua superficie ghiacciata ospita l’ingresso alle piste del centro del fondo. Tuttavia le sue acque sono indispensabili per le torbiere situate appena sotto il passo Lavazè, a 1780 metri, che ospitano oltre 200 specie vegetali e una ricca varietà di fauna tra mammiferi, rettili e uccelli. Un biotopo prezioso da preservare anche attraverso la cura del laghetto in questione. Il comune di Ville di Fiemme, cui fa capo Passo Lavazè, assieme alla Magnifica Comunità, proprietaria del terreno su cui sorge il lago, ha chiesto il conivolgimento di Appa, (Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente) per una consulenza che individuasse un piano di gestione. La provincia ha restituito una relazione con una serie di azioni che mirano a contrastare l’eutrofizzazione del lago, cioè l’eccesso di sostanze nutritive in acqua, in particolare azoto e fosforo, attraverso la pulizia dello stesso, la messa a dimora di piante e arbusti nel canale a monte che svolgano la funzione di fitodepuratori, la posa di teli ombreggianti di iuta sul fondale per rallentare la crescita algale, lo sfalcio del materiale sulle sponde. Per assicurarsi le risorse necessarie al congelamento di questo fenomeno naturale è stato anche richiesto l’inserimento dell’intervento all’interno del piano di gestione delle rete di riserve della destra Avisio che verrà approvato nei prossimi giorni.