La tragedia
sabato 10 Agosto, 2024
di Ottilia Morandelli
«Mio marito era una persona splendida. Un imprenditore e un padre fantastico. Un genio creativo. Sempre allegro e divertente. Non era un imprudente». Sono le parole commosse di Marianna, la moglie di Ludovico Vanoli, il base jumper che ieri mattina si è schiantato sulle rocce delle pendici del Monte Civetta. Era un base jumper esperto. Uno delle figure più conosciute nel nostro Paese nell’ambiente del Wakeboard. Originario di Montichiari in provincia di Brescia, 41 anni, risiedeva da anni a Madonna di Campiglio con la compagna trentina Marianna e i due figli. Qui aveva fatto della sua passione un mestiere. Aveva infatti concretizzato la sua passione per lo snowboard. Era diventato maestro della scuola The Garden della Perla delle Dolomiti.
L’incidente
Quello di Vanoli ieri è stato un incidente fatale. La sua morte ha fatto precipitare nello sconcerto l’intera comunità di Madonna di Campiglio. Si è lanciato nel vuoto con la tuta alare.
Uno sport che conosceva, di cui era esperto. Questa volta però per lui non c’è stato scampo.
Le ricerche
Sono durate alcune ore le ricerche di Vanoli. Dopo il salto si erano perse immediatamente le sue tracce. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è volato sul posto, dove si trovava il gruppo di lanciatori, e ha effettuato alcune ricognizioni, senza esito. Decollato anche l’elisoccorso dell’Air service center. Sono stati imbarcati tre soccorritori di Agordo. L’area è stata sorvolata cercando di percorrere la probabile rotta del basejumper. Delle ricerche complesse.
Le rocce
Attorno alle 13.30 i soccorritori sono riusciti a individuare il corpo senza vita del quarantunenne, un centinaio di metri dietro la forcella della Cima dei Tre, versante nord. Da qui era probabilmente precipitato. L’équipe dell’elisoccorso ha constatato il decesso. La salma è stata ricomposta, poi recuperata con un verricello e trasportata a Capanna Trieste per essere affidata al carro funebre. Secondo una prima ricostruzione fatta dagli uomini del soccorso alpino la vittima durate il lancio avrebbe urtato una guglia rocciosa. Un impatto che gli ha fatto perdere il controllo del salto.
L’allarme alla centrale del 118 è stato lanciato attorno alle 11 dai compagni della vittima dopo il lancio dal Castello delle Nevere, alle spalle della Moiazza.
L’uomo sarebbe dovuto atterrare a Capanna Trieste, ma non è mai arrivato.
Vanoli lascia la moglie e due figli piccoli, di 10 e 7 anni. Appassionato di sport aveva aperto una scuola di wakeboard sul Lago d’Iseo nel 2010, arrivando poi ai Wakeparadise di Montichiari nel 2012 e a Milano nel 2015. Era anche nella federazione italiana wakeboard. «Amava l’acqua -spiega ancora la moglie- è per questo che dedicava la maggior parte della sua vita al wakeboard, era anche tecnico della nazionale Juniores, e maestro di snowboard a Campiglio, dove viviamo».
Un territorio al quale era molto legato e che amava, nel quale purtroppo non farà più ritorno.