Lo studio
martedì 20 Agosto, 2024
di Patrizia Rapposelli
Il Distretto Famiglia Valsugana e Tesino, incardinato nel settore Socio Assistenziale della Comunità di Valle Valsugana e Tesino, lancia un campanello d’allarme: «C’è rischio di diffusione del fenomeno del ritiro sociale tra i giovani della Bassa Valsugana e Tesino. Sono 19 le situazioni attuali seguite a domicilio dai nostri educatori. Bisogna dare risposte e agire in fretta». La questione è emersa con l’approvazione del nuovo Schema di Programma di lavoro 2024 del Distretto Famiglia Valsugana e Tesino. Un documento che orienta l’anno in corso al rafforzamento delle reti interne, attraverso la strutturazione di collaborazioni solide tra gli aderenti al fine di capitalizzare al meglio le risorse, e alla prevenzione di disagi sociali, quali l’isolamento sociale e la povertà relazionale. «Le piccole comunità non sono immuni alla solitudine e al ritiro volontario da ogni relazione sociale», fa sapere Maria Angela Zadra, responsabile del settore socio assistenziale. A dirlo un’indagine estensiva su studenti e studentesse frequentanti le scuole della valle, promossa dal settore socio-assistenziale della Comunità e affidata al Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento, con lo scopo di raccogliere dati capaci di rendere consapevole la comunità educante per riconoscere le condizioni e i sintomi di malessere giovanile e intervenire su problematiche che rischiano di trasformarsi in disagio conclamato. Su 1500 studenti iscritti alle scuole medie e superiori ne sono stati intervistati 1300. «Vivere in Valsugana e Tesino non soddisfa un quinto dei giovani. Circa l’8 % dei giovani ha esperienze di uso non positivo di internet: alta la tendenza a comunicare con sconosciuti e a rifugiarsi nei social. Il 6 % degli studenti delle medie è convinto di non correre rischi su internet e è disinteressato della propria sicurezza. Circa il 10 % dei ragazzi si sente isolato. Uno ogni cinque si sente angosciato a dover andare a scuola. Il 2 % non ha amici. Il 3 % ha solo un amico. L’associazionismo non è diffuso e aumentando con l’età si riduce fino alla metà dei più grandi. La relazione con i genitori non è ottimale e nemmeno il rapporto con gli insegnanti. In caso di problemi il 13% dei maschi e il 22% delle femmine non ne parlerebbe con nessuno (scuola media), alle superiori i maschi che non si confiderebbero passano al 18%, le femmine al 30%. Stanchezza, noia e paura di non farcela sono presenti in quote significative (da un terzo a due quinti)», afferma Zadra, fornendo alcuni dati relativi all’indagine. È evidente che in Bassa Valsugana e Tesino c’è una fetta di giovani sempre più incapaci di gestire le sconfitte, dipendenti da internet e a rischio isolamento, del resto, la diffusione del fenomeno è uniforme in tutta Italia. «Le criticità riguardano una minoranza, ma come Distretto riteniamo di dover affrontare il problema. Ci poniamo come risorsa presente a livello territoriale, a portata di cittadino. Abbiamo attivato un servizio educativo a domicilio per ritracciare, attraverso il progetto Cope (Capacità, opportunità, luoghi e coinvolgimento: un approccio per l’inclusione sociale di giovani difficili da raggiungere attraverso una rete comunitaria che promuova la vicinanza relazionale) finanziato dal Programma dell’Unione europea per l’occupazione e l’innovazione sociale, di cui la Provincia è capofila, giovani ritirati sociali in valle», specifica ancora la responsabile.
Il Distretto Famiglia è una realtà di riferimento per la promozione del benessere familiare territoriale. Attualmente è costituito da 104 partner, 19 realtà amministrative, 17 realtà sportive, 22 del settore ricettivo, nove musei, cinque enti di promozione turistica e un istituto di credito. «Questi soggetti sono decisivi», chiarisce l’assessora alle politiche sociali della Comunità di Valle Valsugana e Tesino, Daniela Campestrin. «La nostra forza è fare rete. Non siamo una realtà con un proprio capitale economico, ma un contenitore di realtà che fa da collante e ragiona sui bisogni della comunità». Le linee di sviluppo per l’anno corrente punteranno alla forza dei legami comunitari di prossimità per contrastare la diffusione dell’isolamento sociale, le differenze di genere e il fenomeno del suicidio. Sarà promosso il progetto «Fuoricentro», una «Valle contro la Violenza», progetto «Generazioni». «Iniziative che hanno lo scopo di contrastare l’isolamento sociale e la povertà relazionale, le differenze di genere e la violenza di genere. Affronteremo anche la tematica del suicidio. È ora di rompere i tabù anche in valle», conclude Campestrin.