politica
giovedì 22 Agosto, 2024
di Sara Alouani
«Sullo Ius Scholae dico che bisogna andare avanti non perché sono un pericoloso lassista che vuole aprire le frontiere a cani e porci ma perché la realtà italiana è questa e dobbiamo pensare a quello che sono gli italiani oggi» ha dichiarato Tajani nel corso del suo intervento al Meeting di Rimini. «Io insisto sulla formazione e sulla cultura – ha continuato – perché se tu accetti di essere europeo e italiano nella sostanza non lo sei perché hai la pelle bianca, gialla, rossa o verde ma perché dentro di te vivi quei valori e hai quell’anima europea. Se poi i tuoi genitori sono nati a Kiev, a La Paz o a Dakar è la stessa identica cosa».
E ha concluso: «Io preferisco uno che hai i genitori stranieri e canta l’Inno di Mameli a uno che è italiano da sette generazioni e non canta l’inno. Chi è più patriota dei due?»
Dall’altra parte Salvini si appella alle parole dell’ex leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi con un post su Instaram che riporta laconicamente: «Ius Soli e Ius Scholae? No, grazie». Allo stesso post è collegata un’intervista nel salotto di Fabio Fazio, in cui il fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi, diceva: «Non bastano questi dati di frequentazione di un ciclo scolastico, di sapere l’italiano, occorre che questo ragazzo sia sottoposto a un esame. Alcune di queste persone che abbiamo avuto modo di conoscere ancora vogliono la donna segregata e velata, odiano i cristiani, odiano gli ebrei, odiano la civiltà occidentale, odiano lo Stato italiano. Non si può dare a loro la cittadinanza italiana soltanto perché hanno frequentato una scuola, ma sono nella loro famiglia rimasti quelli che erano. E, per esempio, hanno parole di comprensione per il terrorismo. Non è possibile», concludeva il Cavaliere.
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