Il lutto
domenica 25 Agosto, 2024
di Robert Tosin
La sua generosità non si è fermata con il suo ultimo respiro. Dopo aver donato la sua passione, il suo cuore e le sue capacità al prossimo, ha voluto donare anche la cornea, quella rimasta sana, a chi ne avesse bisogno. Un gesto esemplare che ha fotografato in un attimo la vita intensa e altruistica di Angelo Parolari, morto ieri dopo una breve malattia che non gli ha dato scampo. Avrebbe compiuto i 78 anni martedì prossimo e non è una frase fatta dicendo che ha lasciato un grande vuoto. Prima di tutto nella sua famiglia: la moglie Rosanna, la figlia Francesca, consigliera provinciale, e il figlio Federico. Ma anche nella società civile e del volontariato, in quell’istituzione di cui era ancora presidente, Voce Amica, servizio alle tossicodipendenze fondato assieme a don Antonio Busacca in tempi pionieristici. Quando nel 2006 il sacerdote scomparve, fu Angelo Parolari a portare avanti quel lavoro, gravoso, immane. Divenne presidente, non di quelli in giacca e cravatta, ma quelli capaci di sporcarsi le mani. Mille cose c’erano da fare e lui le faceva tutte, con una passione sconfinata.
La passione per il bene del prossimo si era però già da tempo impossessata di Angelo Parolari che negli anni Ottanta si era occupato dell’amministrazione della cosa pubblica nel municipio di Nomi, rivestendo la carica di consigliere e di assessore (una passione, quella politica che aveva in comune con il fratello Giuseppe, medico già consigliere provinciale). Fino al 2009 fu a lungo presidente della Cantina sociale di Nomi e fu consigliere di Cavit, rivestendo per due anni, dal 2005 al 2007, anche la carica di vicepresidente. Direttore alle Poste di professione (ma dopo gli esordi alla Sloi), quando andò in pensione volle scrivere sulla sua nuova carta d’identità “contadino” alla voce “professione”. Ne andava fiero e si ribellava quando lo chiamavano dottore negli uffici dove andava a reclamare attenzione per i “suoi” ragazzi.
«Un uomo incredibile – è il commento del sindaco di Nomi, Rinaldo Maffei – che sarà difficilmente sostituibile. A Voce Amica non faceva certo il presidente di facciata, era uno di quelli che lavorava in continuazione per seguire le mille problematiche di un servizio prezioso, mai abbastanza considerato. Ero andato a trovarlo pochi giorni fa, la malattia è stata velocissima. Ho voluto avvisare subito i consiglieri comunali, perché Angelo non era una persona comune e tutti gli dobbiamo qualcosa». «Poco fa – è il messaggio del sindaco – si è spento Angelo Parolari. Una persona che ha avuto ruoli importanti ed ha segnato con la sua attività la storia della nostra comunità. Perdiamo un interlocutore attento ed esigente. Una persona impegnata nel volontariato sociale. Personalmente perdo un compagno di viaggio con cui ho combattuto tante battaglie, con cui ho discusso anche animatamente, con cui a volte mi sono scontrato. Ma sempre con rispetto reciproco della persona, del ruolo e soprattutto delle istituzioni. Alla fine ci siamo sempre intesi perché ognuno si è messo nei panni dell’altro».
«Ci ha lasciato un grande esempio – dice la figlia Francesca, consigliera provinciale – perché è stato davvero un uomo che si è speso per la sua comunità senza riserve. A Voce Amica si era avvicinato quasi di riflesso: mio nonno aveva cominciato a fare volontariato e io stessa vi ho lavorato prima della laurea. Così ha conosciuto i progetti di don Busacca e li ha sposati senza tentennamenti. I primi passi a Villa Lagarina, poi il trasferimento a Nomi, l’evoluzione dei problemi legati alla tossicodipendenza. E poi il confronto serrato con le istituzioni per avere il sostegno necessario. E ancora le visite nel carcere, gli incontri con gli avvocati. C’era sempre qualcosa da fare. Quando don Antonio se n’è andato, nel 2006, è toccato a lui fare il presidente. Vi si è dedicato davvero anima e corpo».
I ricordi si affollano. «Era della scuola “scarpe grosse e cervello fino” – aggiunge Francesca – ed era orgoglioso del suo lavoro nei campi, delle sue vigne. Talmente orgoglioso che una volta in pensione dalle Poste s’è fatto scrivere “contadino” sulla carta d’identità. L’altruismo, la necessità di impegnarsi per il prossimo lo hanno sempre contraddistinto e per questo si è commosso alla mia elezione in consiglio provinciale. Ricordo che l’ho chiamato per telefono e gli ho detto: “Papà, sono stata eletta”. Si è messo a piangere. Non ho dubbi, con la sua vita ci ha lasciato un grandissimo esempio».
La malattia è stata terribile e fulminante. «Da un po’ di tempo si sentiva stanco, spossato – ricorda la figlia – ma si tendeva a dare la colpa alle sue intense giornate di impegni senza fine. L’età avanza per tutti. Invece era la malattia, sfuggita a tutti i sintomi. Rapidissima e senza scampo. Mio papà non avrebbe sopportato una degenza lunga, è sempre stato l’uomo del fare, sempre tante cose da sbrigare. Non avrebbe sopportato di vedersi inerte».
Ora per Voce Amica finisce un’era, non certo la sua storia perché le radici sono profonde. Ora servirà un nuovo presidente, altrettanto appassionato e operativo. La stessa figlia? «Qualcuno mi ha già chiesto… Ma credo di essere incompatibile per il mio ruolo in Provincia».
I funerali si svolgeranno nella chiesa di Nomi domani alle 18 e il Rosario sarà recitato poco prima. La camera ardente, per chi vorrà salutarlo un’ultima volta, sarà allestita domani alle 15 presso la Comunità Voce Amica di Nomi.