Società

martedì 27 Agosto, 2024

Sarche, alle elementari più stranieri che italiani

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Sono molte le associazioni attive e i progetti inclusivi, ma le famiglie italiane preferiscono iscriversi altrove
Carlotta Chiellino Sarche

Da un lato una comunità propositiva e accogliente, che ha di recente vinto un bando della Fondazione Caritro (13.200 euro e 10 azioni da realizzare) per contrastare la povertà educativa e favorire l’inclusione sociale. Dall’altro lato i numeri che non mentono: «In prima elementare a settembre, invece dei previsti 20 iscritti, avremo solo 13 bambini, quasi tutti stranieri». La motivazione? «Alcune famiglie italiane hanno scelto di iscrivere i propri figli altrove per la forte presenza a Sarche di alunni stranieri».

È una fotografia ricca di chiaroscuri quella scattata da Carlotta Chiellino, assessora a Istruzione, associazioni e politiche familiari, rispetto alla realtà di Sarche, frazione di Madruzzo. «Uno dei miei figli quest’anno inizierà la terza elementare e il dubbio di spostarlo altrove è venuto anche a me – ammette Chiellino –. Se non l’ho fatto è solo perché credo nei progetti che stiamo portando avanti con le varie associazioni e i tanti volontari».

«Tanti si chiedono come si riuscirà a gestire questa situazione in futuro vista la difficoltà già oggi di comunicazione tra scuola e famiglie di cultura e lingua diversa – prosegue l’assessora –. Le stesse insegnanti sono in sofferenza: gli alunni non ci sono mai tutti perché tanti stranieri in inverno tornano a casa per lunghi periodi; spesso arrivano in classe senza materiale o non partecipano alle gite; più che insegnare le materie di propria competenza, le insegnanti si trovano di fatto a tenere corsi di italiano».

La situazione già difficile vissuta alla primaria (lo scorso anno scolastico in prima elementare c’erano solo due italiani su 18 alunni, in seconda erano quattro) rischia, in prospettiva, di diventare ancora più critica alla scuola dell’infanzia: «Circa la metà dei bambini attualmente iscritti è straniera e tra qualche anno potrebbe esserci la probabilità di iscrizioni solo di bambini stranieri», spiega Chiellino.

Ciò che colpisce è anche la disparità tra la situazione vissuta a Sarche e quella di Calavino, la frazione più popolosa: lo scorso anno scolastico la scuola primaria di Calavino aveva 81 bambini, in esubero rispetto alla capienza massima; quella di Sarche, invece, di iscritti ne aveva 76, a fronte di una capienza di circa 90 posti. Ecco allora che l’assessora Chiellino ha deciso di rivolgersi direttamente alla Provincia. «Assieme al sindaco (Michele Bortoli, ndr) ho chiesto un tavolo di confronto all’assessora provinciale all’Istruzione Francesca Gerosa al quale dovrebbero partecipare anche il dirigente scolastico, il dipartimento istruzione e i rappresentanti delle associazioni locali. Arrivati a questo punto serve un intervento della politica: noi abbiamo messo in campo i progetti di inclusione, ma la sola forza dell’associazionismo e del volontariato non è più sufficiente. C’è la necessità di un supporto e contributo da parte delle istituzioni sì locali, ma anche provinciali, valorizzando la scuola di Sarche con le sue potenzialità e le sue risorse. Con il contributo di tutti, questa scuola potrebbe diventare un modello anche per altre».

A preoccupare l’assessora è anche il fatto che un’ulteriore fuga verso altre scuole, per esempio quella di Pietramurata (parte dello stesso istituto comprensivo ma sotto un’altra Comunità di valle) farebbe venir meno la possibilità di continuare a garantire servizi e progetti. Se ad oggi, infatti, la comunità ha mostrato una buona tenuta è solo grazie alla solida rete sociale e alle molteplici attività organizzate dalle associazioni locali.

Tra queste c’è «GenerAzioni – in», fondata a novembre 2022 e che è già diventata un punto di riferimento per il territorio. «Siamo convinti – spiega la presidente Elena Aichner – che partire dai bambini e dai ragazzi attraverso una comunità educante sia fondamentale per arrivare anche alle famiglie straniere». Ancora prima della costituzione ufficiale in associazione, ci spiega Aichner, a settembre 2021 è stata per esempio lanciata l’iniziativa “Pillole di sport” (l’evento si ripeterà questo sabato dalle 14 al campo sportivo di Sarche per bambini e ragazzi dai 5 ai 13 anni): «Così siamo riusciti a intercettare anche bambini che altrimenti non avrebbero mai partecipato alle nostre attività. Il nostro obiettivo – conclude – è favorire l’integrazione senza rinunciare alla propria cultura e alle proprie tradizioni. E ci stiamo riuscendo: cominciamo ad avere volontarie con il velo, che all’inizio si erano mostrate scettiche, mentre alla festa della comunità di giugno siamo riusciti a coinvolgere le famiglie straniere attraverso la preparazione delle proprie pietanze o la promozione delle loro tradizioni, come la danza delle donne albanesi».