La situazione
giovedì 29 Agosto, 2024
di Francesca Dalrì
Non c’è pace per l’ambiente naturale di Lases: dopo la denuncia di inizio luglio della consigliera provinciale di Asv Lucia Coppola in merito a una discarica abusiva di rifiuti vari nell’area ex cave Pianacci a sud del lago di Lases, proprio nei pressi del biotopo, arriva ora una nuova segnalazione in merito allo sversamento di idrocarburi sempre in zona Pianacci. La notizia è contenuta in una delibera del 22 agosto dell’Asuc di Lases che affida alla ditta Ecoopera l’incarico di sanare una situazione di «inquinamento / pericolo concreto e attuale di inquinamento». Il provvedimento arriva dopo la segnalazione effettuata a fine luglio dallo stesso presidente dell’Asuc Massimiliano Ferrari agli organi provinciali competenti: l’Appa, l’Apsp, il Commissariato del Governo e il Servizio foreste. Segnalazione con cui l’Asuc informava di uno «sversamento di una tanica di olio (la tanica può contenere al massimo 20 litri) causato da un soggetto responsabile ignoto». Per ora l’incarico ammonta a 5.856 euro, ovvero a 4.800 euro più Iva al 22 per cento ma, lo specifica la stessa delibera, si tratta solo di una «somma presunta variabile» poiché ad oggi «non è possibile quantificare la somma totale se non a intervento concluso». Di certo non è nemmeno possibile quantificare il danno ambientale ed è proprio questo a preoccupare l’ex sindaco di Lona-Lases Vigilio Valentini, il quale già a fine luglio aveva inviato a Comune e Asuc (assieme agli altri membri del Coordinamento lavoro porfido) una «diffida per messa in sicurezza del lago di Lases-biotopo da potenziali inquinamenti, con posa di sistemi di sbarramento di accesso alle aree cave». Attualmente, infatti, tutte le aree estrattive di Lona-Lases sono ferme poiché le concessioni sono scadute, ma ciò non impedisce ai malintenzionati di accedervi per sversarci la qualunque. Nelle foto che certificano la situazione, non si nota solo la tanica di olio di cui parla la delibera Asuc, classificata come rifiuto pericoloso (e per il cui episodio è già stata inviata una segnalazione alla procura), ma anche varie tipologie di rifiuti abbandonati. «Sappiamo che il contrabbando di rifiuti tossici inquinanti è un business – scrivono gli esponenti del Clp –, che le mafie sfruttano da anni in tutta Italia e anche all’estero nei Paesi sottosviluppati, con guadagni milionari. La zona del porfido non deve diventare una potenziale discarica di materiali inquinanti. Attualmente è fin troppo facile accedere ad aree defilate come la zona Pianacci e Dossi-Grotta, aree poste a monte del lago di Lases, in quanto le strade di accesso sono liberamente accessibili a chiunque».
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