Trento

venerdì 30 Agosto, 2024

Sloi, il Comune ai proprietari: «Fermare l’inquinamento nell’area Sequenza»

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L'ultimatum: 120 giorni di tempo per produrre documentazione delle misure prese sull'area che diveneterà un nuovo quartiere residenziale

I proprietari dell’area ex Sloi, il comparto di via Maccani del sito inquinato di Trento nord, devono attuare le necessarie misure di prevenzione per impedire la continuazione della contaminazione diffusa che, attraverso le acque sotterranee, ha inquinato il terreno a valle, la cosiddetta area Sequenza, 2,8 ettari su via Vittime delle Foibe dove il gruppo imprenditoriale Podini (Md e Dedagroup) ha proposto la realizzazione di un nuovo quartiere residenziale con 6 torri.

I proprietari dell’area Sloi sono la Tim srl di Michele Albertini, la Albatro srl anch’essa di Albertini, che tra l’altro è proprietaria dell’immobile della Metro di via Maccani, la Imt srl di Sergio Dalle Nogare, la Mit srl di Paolo Tosolini, la Nilupa srl della famiglia Pappaglione, la Vem srl della famiglia Marangoni.

Le società hanno tempo 120 giorni per trasmettere al Comune di Trento «idonea documentazione» sulle misure prese. è il contenuto dell’ordinanza firmata l’altra sera dalla dirigente del servizio Sostenibilità e transizione ecologica Paola Ricchi, che già lo scorso 17 luglio aveva avviato l’istruttoria finalizzata a individuare il responsabile della contaminazione dell’area a valle del Sin Trento nord. Palazzo Thun doveva emettere il provvedimento entro il 6 settembre a seguito della sentenza del Consiglio di Stato pubblicata il 3 giugno.

Ma di ordinanza ne arriverà anche un’altra del Ministero dell’Ambiente, che nel frattempo ha riavviato il procedimento per danno ambientale nell’area di Trento nord (Il T del 26 luglio), posta dal 28 novembre scorso sotto sequestro probatorio dalla Procura di Trento. L’ordinanza del Ministero, dopo che il Consiglio di Stato aveva respinto un ricorso dei proprietari dell’ex Sloi, riprenderà quella del 2020 che evidenziava come «il Consorzio di Bonifica e Sviluppo Trento Nord, formato dalle Società Tim srl, Mit srl, Imt srl, non ha adottato misure di prevenzione, omettendo altresì di svolgere le attività di indagine volte ad accertare la diffusione della contaminazione» e chiedeva «di fornire, entro il termine di 120 giorni dalla notifica della presente, gli elementi e gli approfondimenti necessari per definire l’insorgenza, l’entità e le caratteristiche della situazione riconducibile ad una minaccia di danno ambientale».

«In primo luogo abbiamo dovuto identificare i proprietari responsabili dell’inquinamento» spiega l’assessora comunale alla Transizione verde Giulia Casonato. Accertato che la società Sloi, responsabile della contaminazione storica, è estinta ed è stata cancellata dal registro delle imprese di Roma, l’ordinanza richiama il principio secondo cui il proprietario, anche se non responsabile dell’inquinamento, è comunque tenuto a mettere in atto le necessarie misure di prevenzione. L’ordinanza rileva inoltre che fino a oggi i proprietari delle aree Sin non hanno posto in essere alcuna misura di contenimento della contaminazione. «I proprietari dell’area Sequenza stanno subendo la situazione perché non sono mai state messe in atto le misure necessarie» sottolinea Casonato.

La stessa ordinanza ripercorre tutta la vicenda da dieci anni fa e ricorda le recenti rilevazioni dell’Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente, sull’inquinamento dell’area: il 3 luglio scorso l’Appa ha trasmesso gli esiti dei campionamenti della falda eseguiti ad aprile sui piezometri interni ed esterni alla ex Sloi, che confermano il superamento dei valori limite per il piombo dietile e trietile, prodotti dalla degradazione del piombo tetraetile, la sostanza inquinante prodotta dalla Sloi come antidetonante per la benzina e oggi largamente presente nel sito di Trento nord; il 23 luglio l’Appa ha comunicato gli esiti dei campionamenti della falda eseguiti a fine maggio, con l’ennesima conferma della diffusione della contaminazione e, per il piezometro P29 più interno all’area, anche il superamento dei limiti di piombo tetraetile.

Come da sentenza del Consiglio di Stato, l’ordinanza del Comune obbliga dunque i proprietari a provvedere alle misure di prevenzione, ossia a tutte quelle iniziative necessarie a contrastare o a minimizzare il rischio di danni sotto il profilo sanitario o ambientale in un futuro prossimo. Come ricorda l’ordinanza, il sito di interesse nazionale di Trento Nord è costituito da tre aree, tra cui l’area industriale dismessa ex Sloi. L’attività industriale della Società Lavorazioni Organiche Inorganiche (Sloi) è stata esercitata a partire dal 1939 e si è conclusa nel 1978 a seguito di un incendio. La produzione quasi quarantennale di piombo tetraetile ha procurato un inquinamento prevalentemente da piombo totale, piombo organico e, localmente, mercurio.

Ciò nonostante, la Tim di Albertini ha di recente presentato al Ministero un’analisi di rischio su una porzione ex Sloi adiacente all’area Sequenza, con un’ipotesi di sviluppo immobiliare nonostante l’inquinamento. Il Ministero ha appena avviato la Conferenza dei servizi istruttoria. «Siamo chiamati anche noi a partecipare» conferma l’assessora Casonato.