La storia
venerdì 30 Agosto, 2024
di Ottilia Morandelli
Da sei anni Andrea Bolner è il gestore del bar Funivia, il locale di via Lungadige posto sotto la struttura che dal ponte San Lorenzo permette di raggiungere l’abitato di Sardagna. Qui negli anni è riuscito a diventare un punto di ritrovo per i cittadini, un presidio per la socialità, il divertimento e per gli appassionati di musica. Sì perché ogni sabato nel periodo estivo Bolner organizza sulla terrazza del suo locale concerti di musica dal vivo, che sono in grado di attirare centinaia di persone ogni fine settimana. «L’estate per la musica e l’intrattenimento è stata un successo. Se invece guardo gli incassi del locale la stagione è partita con il freno a mano. Ha piovuto troppo», fa sapere il gestore del bar Funivia.
Bolner, da quanti anni lavora sotto la funivia?
«Ormai sono sei anni. Sono subentrato a una precedente gestione dopo un lungo periodo di inattività».
Il bancone del bar è un punto privilegiato per assistere ai cambiamenti della città. Ce ne sono stati tanti?
«Direi di no. Non ci sono stati cambiamenti così grossi dal 2018 a oggi. Anche la clientela è rimasta la stessa. Diciamo che per un paio di anni questo locale è rimasto chiuso, quando siamo arrivati noi abbiamo rianimato la zona. Ora ci sono molti più cantieri aperti, che la stanno influenzando in negativo. Però mi devo ricordare sempre che questa fase di lavori renderà la città migliore, quindi pazienza»
Il suo locale propone ogni fine settimana musica dal vivo, è l’unico a Trento.
«Oltre al noi a e alla Bookique a Trento non ci sono esperienze di questo tipo. Noi diversamente però non siamo uno spazio semi-privato e non siamo aiutati dal Comune»
La musica è il punto forte del suo bar.
«La musica non è un contorno del mio locale, l’offerta di musica dal vivo mi sta molto a cuore. Questo genere di proposta è molto in crisi a Trento. Credo si debba fare di più»
In chi senso?
«Ci sono molti giovani gestori di bar che vorrebbero proporre spettacoli e intrattenimento come facciamo noi. Sono però scoraggiati, i costi sono alti e non ci sono aiuti»
E lei come si è avvicinato a questo mondo?
«Per me è stato naturale, fin da subito appena aperto era questo il mio obiettivo. Oltre che gestire il bar mi occupo anche di spettacoli e concerti. Ho sempre amato la musica, fa parte della mia vita»
Chi frequenta le vostre serate musicali?
«Ci sono persone di tutte le età, anche molto giovani. Però la nostra clientela principale è fatta di persone di 50, 60 anni»
Che genere di musica si può ascoltare sulla vostra terrazza il sabato sera?
«Proponiamo quasi esclusivamente musica inedita di band che provengono spesso fuori regione. Ora stiamo lavorando anche a un progetto originale a chilometro zero con artisti della zona. Come le dicevo la stagione della musica è andata molto bene, abbiamo avuto dei buoni risultati anche in termini di soddisfazione del pubblico. Ogni anno oltre ai soliti affezionati e fedeli aumenta la clientela, basta passare di qui il sabato sera per rendersi conto che è sempre pieno. Questo mese stiamo lavorando molto bene»
Il sabato sera ospitate persone fino a tardi. La città così è anche più sicura.
«Certamente, siamo un presidio per la sicurezza. Questa zona è popolata da gente in difficoltà, ci sono anche molte persone senza fissa dimora. Spesso mi chiedono di poter usare il bagno o l’acqua corrente che abbiamo in giardino. Si cerca di fare quello che si può. Cerchiamo di convivere in armonia con tutti, vogliamo impedire che diventi un luogo poco sicuro»
Qui di fronte, all’ex Sit, sono stati tolti tutti i parcheggi. Questo ha influito sulle presenze nel locale?
«No direi di no. Almeno non in estate. La nostra clientela è principalmente della città quindi molti si spostano a piedi e riescono a raggiungerci così»
D’inverno la proposta musicale cosa prevede?
«Siamo aperti tutto l’anno. D’inverno il locale si trasforma, abbiamo meno spazio, meno posti a sedere. Per cercare di poter organizzare grandi eventi come in estate stiamo progettando una verandina, vediamo se riusciremo a realizzarla»
Quali sono le sue speranze per il futuro della città?
«Vorrei che ci fosse più attenzione per chi propone musica inedita, un circuito che è vivo e che da noi porta musica proveniente da tutta Italia. La città risponde molto bene a queste iniziative, che dovrebbero essere aiutate di più dalle amministrazioni. Sono vitali per la comunità».